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Comunicato stampa Agenzia delle Entrate del 6 novembre 2014
 
Pronta la versione inglese della Circolare n. 16/E, con i chiarimenti sulle nuove regole fiscali finalizzate a incoraggiare lo sviluppo e il finanziamento di startup innovative e incubatori certificati. Il testo completo è disponibile sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, www.agenziaentrate.it e sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico www.mise.gov.it
In particolare, obiettivo della normativa è supportare l’evoluzione di una nuova cultura imprenditoriale più orientata verso l’innovazione e promuovere l’attrazione di capitali esteri in Italia. Gli incentivi fiscali sono principalmente indirizzati a favorire entità legali e soggetti interessati alle startup innovative – come definite dal Decreto Legge n. 179/2012, convertito con Legge n. 221/2012 – e al loro finanziamento.
I benefit per le startup innovative variano dall’esenzione dell’imposta di bollo e delle spese di registro a carico dell’azienda all’esclusione dalla disciplina anti-elusione sulle società di comodo.
Riguardo gli investitori individuali, per il periodo 2013-2015, potranno detrarre dall’Irpef il 19% degli investimenti nel capitale delle startup innovative, con un limite massimo di 500mila euro per periodo d’imposta su cui calcolare la detrazione. Per le società che investono nel capitale delle startup innovative è prevista una deduzione del 20% degli investimenti, per una somma non superiore a 1.800.000 euro per ogni periodo d’imposta. La detrazione e la deduzione aumentano rispettivamente al 25% e al 27% per gli investimenti nel capitale delle startup innovative a vocazione sociale e di quelle che sviluppano e commercializzano prodotti e servizi ad alto valore tecnologico in campo energetico.
Le startup innovative possono inoltre valersi d’un credito d’imposta pari al 35% delle spese sostenute per l’assunzione di personale altamente qualificato.

Ai sensi dell’articolo 1, terzo comma della L.196/2009, l’Istat pubblica ogni anno l’elenco delle unità istituzionali che compongono la Pubblica Amministrazione. In questo elenco non sono ad esempio ricompresi gli ordini professionali che per tale motivo sono esclusi dall’obbligo di fatturazione elettronica.

Clicca qui per scaricare l’elenco del 2014, pubblicato nella G.U. n.210/2014

Comunicato stampa Unioncamere del 3 novembre 2014
 
Prosegue l’impegno di Google, Unioncamere, Fondazione Symbola e Università Ca’ Foscari per avvicinare le imprese italiane al digitale e al crescente potenziale economico derivante dall’utilizzo del web per promuovere la propria attività all’estero. Made in Italy: eccellenze in digitale, si arricchisce oggi di nuovi strumenti per aiutare le PMI a creare o rafforzare le proprie strategie di internazionalizzazione.
Uno scenario globale sempre più connesso Oggi gli utenti online sono 2,5 miliardi ed entro la fine del decennio si stima che supereranno i 5 miliardi, connessi a Internet tramite dispositivi e schermi diversi. Numerose ricerche hanno dimostrato che le aziende che utilizzano il web per promuovere il proprio business crescono a velocità doppia rispetto a quelle che non sono online.
“L’Italia ha un potenziale enorme. L’eccellenza italiana, fatta di milioni di piccole e medie imprese, ha tutte le carte in regola per eccellere sul web - dichiara Fabio Vaccarono, Managing Director di Google in Italia -  Grazie al digitale, infatti, anche quelle che possiamo definire vere e proprie micro-multinazionali, PMI con grandi potenziale di export, hanno la possibilità di far conoscere i propri prodotti e la propria eccellenza anche all’estero in maniera semplice e scalabile”.
“L’Italia vanta oggi un esercito di 214mila imprese esportatrici, aumentate di oltre 2mila unità nell’ultimo anno anche grazie al sostegno del sistema camerale”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Accanto a questi campioni del made in Italy, c’è una vasta platea, costituita da altre 70mila ‘matricole’, cioè imprese potenziali esportatrici, che potrebbero, attraverso gli strumenti digitali messi in campo con il progetto, fare il primo, grande passo verso i mercati esteri”.

Comunicato stampa Ministero dello Sviluppo Economico del 31 ottobre 2014
 
Boom di domande da parte delle imprese italiane per le agevolazioni previste a favore dei progetti di ricerca e sviluppo. Sono 271 le imprese che infatti beneficeranno di finanziamenti per 300 milioni di euro messi a disposizione dal Fondo per la crescita sostenibile negli ambiti tecnologici individuati dal programma "Horizon 2020", attivando così investimenti per oltre 525 milioni di euro. Il bando, aperto lo scorso 27 ottobre e chiuso dopo soltanto due giorni per l'esaurimento delle risorse disponibili, consolida un trend positivo in linea con gli altri strumenti messi in campo dal ministero dello Sviluppo economico per il rilancio industriale del Paese.
Più in particolare, le piccole e medie imprese (il 68% del totale) che hanno presentato domanda di agevolazione sono 185, di cui 101 medie e 84 piccole ( per un investimento complessivo pari a circa 319 milioni di euro), mentre le grandi imprese sono 86 ( investimento complessivo circa 205 milioni di euro).
Per quanto riguarda l’ambito tecnologico, i progetti di ricerca e sviluppo presentati si collocano principalmente nei seguenti quattro ambiti tecnologici: “Fabbricazione e trasformazione avanzate” (28,41%), “Tecnologie volte a realizzare gli obiettivi della priorità Sfide per la società prevista dal Programma Orizzonte 2020” (23,62%), “Materiali avanzati” (20,66%), “Tecnologie dell'informazione e della comunicazione” (20,30%).
Con riferimento, infine, alla distribuzione geografica dei progetti, emerge che la maggior parte proviene da imprese con sede nelle regioni settentrionali (166 in totale). Viceversa, solo 28 progetti provengono da imprese con sede nelle regioni meridionali.

Nuova riforma a favore del commercio, dei cittadini e delle aspiranti e già attive imprese: approvato dalla Giunta della Regione Lazio il disegno di legge riguardante il Nuovo Testo Unico Per il Commercio.
 
Semplicità, innovazione, rivalorizzazione e decentramento: questi i punti fondamentali prospettati dalla riforma per il Nuovo Testo Unico Per il Commercio.
Partendo da uno snellimento delle procedure burocratiche, con una conseguente semplificazione delle procedure e accorciamento dei tempi, questo d.d.l. proposto da Guido Fabiani, assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, e che dovrà ora ricevere l’approvazione del Consiglio Regionale, punta ad un deciso decentramento delle funzioni amministrative e di programmazione  a favore dei comuni, partendo in primo luogo dal Comune di Roma.

 
Grande rilevanza è stata data, inoltre, ai processi di reinvestimento e finanziamento alle aziende a fronte di una riqualificazione del territorio e delle aree urbane, attraverso uno stanziamento di 15 milioni di euro, diluiti nei prossimi tre anni, e di  ulteriori 3 milioni a favore della protezione dei locali e botteghe storiche.
 
Diverse misure, infine, vengono introdotte per:
  • Garantire una maggiore libertà agli esercizi commerciali, in primo luogo i distributori di carburante e le edicole, i quali saranno autorizzati ad ampliare la qualità dei propri servizi;
  • Regolamentare i periodi di attività dei negozi e dei mercati;
  • Definire nuove modalità per esercitare i saldi estivi ed invernali, passando per  l’approvazione della Giunta e non più con la legge regionale.
  • Concedere la possibilità di aprire un Temporary Store, della durata massima di 30 giorni.
Download .pdf:
Autore: Andrea Cerulli

Comunicato stampa Confcommercio del 31 ottobre 2014
 
Il dato sull'occupazione di settembre, che fa segnare una crescita congiunturale rilevante (+82mila unità) e rappresenta, dopo quasi due anni e mezzo, il primo incremento tendenziale (+130mila lavoratori rispetto a settembre 2013) rafforza la tendenza al miglioramento nel mercato del lavoro che si osserva da diversi mesi, in parallelo all'entrata in vigore del Decreto Poletti che ha contribuito a semplificare i contratti a termine e l'Apprendistato. E' il commento di Confcommercio ai dati Istat di oggi. Il dato sulla disoccupazione in aumento di 48mila unità rispetto ad agosto e 58mila su base annua, va letto come migrazione di potenziali lavoratori dall'area dell'inattività e dello scoraggiamento all'area della ricerca attiva di occupazione.
E' comunque evidente  - continua Confcommercio - che questi primi incoraggianti segnali, che necessitano di ulteriori conferme, sono però insufficienti a mitigare la gravità del quadro relativo al mercato del lavoro, in considerazione del fatto che negli ultimi sei anni si è perso oltre un milione di posti di lavoro ed i disoccupati sono aumentati di oltre 1,5 milioni di unità. Pertanto restano urgenti misure di semplificazione sul lavoro e di riduzione dei costi che possano consolidare una progressiva ripresa dell'occupazione.

COSTITUZIONE DI SOCIETÀ DI CAPITALI
- PER I SOCI PERSONE FISICHE:
  1. documento di identità in corso di validità e indicazione dell’indirizzo aggiornato, se variato
  2. tesserino del codice fiscale
- PER LE SOCIETÀ:
  1. visura camerale aggiornata
  2. documento di identità del legale rappresentante e documentazione idonea ad attestare i suoi poteri di firma
- DOCUMENTI RELATIVI ALLO STATO CIVILE:
  1. estratto dell’atto di matrimonio, da richiedere al Comune in cui è stato contratto il matrimonio,  per chi è coniugato
  2. copia della sentenza di separazione, per chi è separato
  3. certificato di stato libero rilasciato dal Comune, per chi è divorziato, vedovo, nubile o celibe (non in bollo)
- PER GLI EXTRACOMUNITARI: permesso di soggiorno o carta di soggiorno in corso di validità
- PER TUTTI: originale della procura speciale o copia autentica in bollo della procura generale, se l’interessato non interviene personalmente all’atto
- PER LA SOCIETÀ DA COSTITUIRE FAR AVERE UN PROSPETTO CON I SEGUENTI DATI:
  1. Denominazione della società
  2. Forma giuridica: società per azioni (SPA)/società a  responsabilità limitata (SRL)
  3. Sede legale: precisare il comune e la via
  4. Durata
  5. Oggetto sociale
  6. Scadenza esercizi
  7. Capitale sociale: indicare l’ammontare del capitale e la quota di partecipazione di ciascun socio. Il capitale minimo delle SRL è di 10.000,00 euro. Il capitale minimo delle SPA è di 120.000, euro. Prima dell’atto bisogna versare in banca almeno il 25% del capitale e far avere allo studio la ricevuta del versamento. Per i conferimenti in natura (immobili, aziende) far avere allo studio in originale la perizia giurata
  8. Organi sociali: indicare il tipo di amministrazione, i poteri e la durata (Amministratore unico – più amministratori – Consiglio  di amministrazione)
- OCCORRE PRECISARE:
  • se la società intende adottare il libro soci oppure no
  • i recapiti dei soci: telefono, fax, e-mail (eventualmente nome e recapiti del commercialista che seguirà la società)
  • se il Codice fiscale della nuova società sarà richiesto dal commercialista o se il commercialista farà pervenire al notaio il file telematico o il documento cartaceo con i dati necessari per richiederlo
  • l’indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) attivo; in caso contrario precisare cosa fare prima dell’atto
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I family business sono caratterizzati da una storia unica, in cui la leadership svolge un ruolo fondamentale nel garantire la continuità generazionale e il successo a lungo termine dell'azienda. Le diverse fasi del family business - quella dei fondatori, dei fratelli e dei cugini - presentano sfide specifiche che richiedono strategie di leadership adeguate. Comprendere queste dinamiche e adottare le giuste misure può aiutare i leader a rafforzare la loro leadership e a gettare le basi per una continuità generazionale virtuosa.

Fase dei fondatori: Definire la visione e creare una cultura forte
Durante la fase dei fondatori, il capostipite dell'impresa familiare gioca un ruolo cruciale nel plasmare l'azienda. Per rafforzare la leadership in questa fase, è essenziale concentrarsi su alcune strategie chiave. Prima di tutto, il fondatore deve definire una visione chiara per l'azienda a lungo termine e comunicarla in modo efficace a tutti i membri della famiglia e ai dipendenti. Una visione condivisa crea una direzione chiara e motiva il team verso gli obiettivi comuni. Inoltre, il fondatore deve creare una cultura aziendale solida, basata su valori fondamentali che riflettano l'identità e le aspirazioni dell'azienda. Questo può essere raggiunto attraverso l'esempio personale, la definizione di politiche aziendali e l'instaurazione di una forte identità aziendale.

Fase dei fratelli: Chiarezza dei ruoli e comunicazione aperta
Quando più membri della famiglia si uniscono all'azienda, la fase dei fratelli presenta sfide legate alla gestione delle relazioni familiari e alla definizione dei ruoli. Per rafforzare la leadership in questa fase, è importante stabilire una chiarezza dei ruoli e delle responsabilità. Ciascun membro della famiglia coinvolto nell'azienda dovrebbe avere un ruolo definito e responsabilità specifiche, evitando sovrapposizioni e confusioni. Questo aiuta a evitare conflitti e garantisce un'efficace divisione del lavoro. Inoltre, una comunicazione aperta e trasparente è fondamentale in questa fase. Promuovere un ambiente in cui i membri della famiglia e il resto del team possano comunicare apertamente, condividere informazioni pertinenti e affrontare i conflitti in modo costruttivo è essenziale per il successo del family business.

Fase dei cugini: Governance familiare e successione a lungo termine
Nella fase dei cugini, l'azienda coinvolge più generazioni della famiglia, e la leadership deve affrontare sfide legate alla gestione di interessi diversi e alla creazione di un sistema di governance efficace. Per rafforzare la leadership in questa fase, è consigliabile creare una governance familiare strutturata che risulta fondamentale per gestire gli interessi diversi e garantire una gestione equa ed efficace dell'azienda. Ciò implica stabilire organi decisionali familiari, come un consiglio familiare o un comitato consultivo, che consentano ai membri della famiglia di partecipare alle decisioni strategiche dell'azienda in modo equilibrato. Coinvolgere consulenti esterni, come consulenti aziendali o esperti di governance familiare, può fornire un'expertise neutrale e aiutare a facilitare la comunicazione e la gestione dei conflitti tra i membri della famiglia.

Inoltre, nella fase dei cugini, è cruciale pianificare la successione a lungo termine e preparare la prossima generazione di leader. Ciò implica identificare i successori potenziali all'interno della famiglia, offrire loro opportunità di sviluppo delle competenze e creare un piano di transizione graduale. Mantenere un equilibrio tra gli interessi familiari e quelli aziendali diventa ancora più importante in questa fase. Prendere decisioni basate sull'interesse dell'azienda e mettere da parte gli interessi personali o familiari può garantire una gestione efficace e una continuità generazionale virtuosa.

Il rafforzamento della leadership nelle diverse fasi del family business è quindi cruciale per garantire la continuità e il successo a lungo termine dell'azienda. Ogni fase presenta sfide uniche, ma adottando strategie specifiche, i leader possono affrontare queste sfide in modo efficace. Definire una visione chiara, creare una cultura aziendale forte, stabilire chiarezza dei ruoli, promuovere una comunicazione aperta, creare una governance familiare e pianificare la successione sono solo alcune delle strategie che possono aiutare i leader a guidare con successo un'impresa familiare attraverso le diverse fasi. Comprendere le dinamiche proprie di ogni fase e adattare la leadership di conseguenza è essenziale per garantire una continuità generazionale virtuosa e un futuro promettente per il family business.

 

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