Comunicato stampa Unioncamere del 23 ottobre 2014
La crisi dei consumi interni ha spinto nell’ultimo anno le imprese italiane a cercare, con maggior forza rispetto al passato, nuovi sbocchi di mercato avvantaggiandosi anche dell’indebolimento dell’euro. Lo dimostrano i dati resi noti in occasione della presentazione del Position Paper “Accelerare sull’internazionalizzazione per uscire dalla crisi”, redatto ad Ancona nel corso della 23^ Convention delle Camere di commercio Italiane all’Estero.
“L’Italia vanta oggi un esercito di 214mila imprese esportatrici, aumentate di oltre 2mila unità nell’ultimo anno anche grazie al sostegno del sistema camerale”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Questi campioni del made in Italy – aggiunge – hanno puntato sulla qualità e sulla rappresentazione dei valori della nostra tradizione per affermarsi sui mercati mondiali anche grazie al prezioso impegno del Sistema delle Camere di commercio. Un’attività di supporto alle imprese che oggi è messa a rischio dai tagli imposti dal DL sulla Pubblica amministrazione della scorsa estate (che ha previsto una decurtazione, scaglionata in tre anni, del 50% del diritto annuale, principale risorsa economica del sistema camerale italiano). E sulla quale incombono anche le ipotesi di una radicale ristrutturazione e revisione delle funzioni, contenute nel disegno di legge di riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche, attualmente in discussione in Parlamento, con il rischio di compromettere il lavoro e il successo di decine di migliaia di imprese che hanno come riferimento principale le Camere di commercio italiane”.
Ancora nessun effetto dalla norma taglia-bollette e rischio di ulteriori aumenti per la crisi russo-ucraina.
Abstract:
L'Indice Costo Elettricità Terziario (ICET) di Confcommercio, a seguito dell'ultimo aggiornamento delle condizioni economiche di maggior tutela deliberato dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il servizio idrico (AEEGSI), rileva per il 4° trimestre 2014 un aumento del 3,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,5% su base annuale.
L'indice, che misura l'andamento della spesa per la fornitura di energia elettrica sostenuta in regime di maggior tutela dai profili tipo di imprese del settore dei servizi, segna così un nuovo record attestandosi a quota 135,64 punti contro i 130,55 del terzo trimestre. Tra le cause dell'aumento il rialzo del 6,7%, registrato nel terzo trimestre 2014 rispetto al precedente, dei prezzi all'ingrosso della materia prima energia misurati dall'Indice Prezzo Unico Nazionale del Terziario (PUN Terziario). Rialzo dovuto anche a causa dell'impatto che la crisi Russia-Ucraina sta determinando sulle centrali termoelettriche alimentate a gas e che, soprattutto in vista dell'inverno, potrebbe portare ad ulteriori rincari.
Il documento sviluppa un’indagine sulle dinamiche dei flussi migratori, di recente fortemente condizionate tanto dal consistente numero di conflitti attualmente in corso nel mondo, quanto dalla crisi economica internazionale.
Focalizzando l’attenzione all’interno della comunità europea, si possono trovare elementi di novità legati soprattutto alla scelta dei paesi di destinazione dei migranti comunitari. Questi ultimi, infatti, colpiti nella maggior parte dei casi da condizioni di prolungata disoccupazione optano per lo spostamento in paesi più “sicuri” dal punto di vista dell’impiego, tra i quali spicca in assoluto la Germania.
La Repubblica Federale tedesca è quindi divenuta la seconda economia per presenza di stranieri dopo gli USA, con un saldo migratorio interno positivo pari a 230mila unità (maggior discapito ne è derivato per il Regno Unito, tradizionalmente territorio più favorevole all’immigrazione).
Non pochi i benefici per la Germania. La Deutsche Bank – con lo studio “The dynamics of migration in the euro area” pubblicato il 14/7/2014 – ha calcolato in circa il 10% l’apporto all’incremento del Prodotto Interno Lordo (PIL) nazionale da parte degli immigrati in ognuno degli ultimi quattro anni. Tali cifre concorrono, inoltre, a limitare gli effetti negativi legati all’invecchiamento della popolazione residente.
La ragione dei richiamati successi è da ricercare anche nella crescente qualità accademica e professionale dei soggetti che giungono nei Land tedeschi: i laureati, infatti, sono aumentati del 7% negli anni tra il 2005/2006 e il 2011/2012. Nel decennio 2001/2011 il totale dei laureati migranti in Germania appartenenti alla fascia di età 20-65 anni ha abbondantemente superato i laureati tedeschi pari età.
Dall’altra parte, nelle economie periferiche dell’UE-28 che subiscono l’emigrazione si riscontra un notevole indebolimento della domanda interna con una conseguente decrescita economica generale.
In questi Stati – come Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna (non a caso i cosiddetti PIIGS) – il trasferimento riguarda sia le comunità straniere (sovente colpite con maggior forza dalla crisi) che i residenti locali.
In Italia il 64% degli emigranti complessivi è italiano, diretto principalmente in Germania, Svizzera e Regno Unito.
"Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze" - Paul Valéry