"DECRETA:
Art. 1. (Definizioni)
1. Ai fini del presente decreto sono adottate le seguenti definizioni:
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Comunicato stampa ABI del 21 novembre 2014
Dal 23 al 26 novembre, oltre 65 tra imprese, Associazioni e Gruppi Bancari per un totale di 120 partecipanti saranno coinvolti nella missione in Vietnam, organizzata dai Ministeri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dello Sviluppo Economico, da Confindustria, ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ABI, Rete Imprese Italia, Unioncamere e Conferenza delle Regioni, con la collaborazione delle Ambasciate d’Italia in Vietnam e Vietnamita in Italia.
Il Sottosegretario agli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale Benedetto Della Vedova guiderà la delegazione che farà tappa nelle città di Hanoi e Ho Chi Min City per aumentare le opportunità di business in vari settori tra i quali quello della meccanica/meccanica strumentale, energie e energie rinnovabili, medicale e biomedicale e infrastrutture e connettività e approfondire le occasioni di investimento offerte dai 119 parchi industriali presenti nel Paese, attrattivi per i trattamenti fiscali agevolati e le procedure burocratiche snelle.
Momento centrale della missione il Business Forum che si terrà il 24 ad Hanoi alla presenza delle autorità, con l’obiettivo di approfondire le relazioni politico-economiche tra i due paesi. A seguire gli incontri bilaterali tra imprese italiane e vietnamite, utili ad avviare contatti operativi per nuove collaborazioni. Il 25 mattina si terrà la prima Commissione Economica Bilaterale tra Italia e Vietnam, che darà vita ad un meccanismo di consultazione periodico sui temi commerciali ritenuti prioritari dai due Paesi. Nel pomeriggio la delegazione si trasferirà a Ho Chi Min City per altri incontri bilaterali di business che, complessivamente per entrambe le tappe, saranno circa 400.
La missione rappresenta l’occasione per le imprese italiane di accedere ad un mercato florido caratterizzato da elevati tassi di crescita economica, bassi costi di manodopera e una popolazione con alti livelli di educazione e dall’età media molto bassa (su 90 milioni di abitanti, il 26% ha meno di 15 anni, il 75% meno di 30): nel 2013 infatti, il Pil ha registrato un +5,4% e le previsioni per il 2014 lo vedono in crescita al +5,8%. Il Vietnam, divenuto membro del WTO nel 2007, con conseguente impulso all’ apertura verso gli scambi internazionali, è ad oggi un attore di primo piano nel processo di integrazione regionale del Sud Est asiatico: fa parte infatti dell’ASEAN e AFTA (integrazione commerciale regionale) e dell’APEC (integrazione economica dei paesi che si affacciano sul Pacifico).
Per verificare lo stato di salute dell’azienda occorre analizzare l'equilibrio economico, equilibrio patrimoniale ed equilibrio finanziario.
Equilibrio economico:
I ricavi devono essere più alti dei costi in modo da generare un utile. Se i costi superano i ricavi, l’impresa risulta in perdita e, di conseguenza, è in una situazione di squilibrio economico.
Non basta però maturare un utile, ma è necessario che questo si trasformi in cassa in tempi brevi.
Equilibrio finanziario:
Le entrate devono superano le uscite.
Rappresenta la capacità di un’azienda di far fronte con le proprie entrate agli obblighi di pagamento precedentemente presi.
Se le uscite superano le entrate abbiamo una situazione di squilibrio finanziario.
Equilibrio patrimoniale:
Con quest'ultima espressione, si fa riferimento a una situazione in cui sono presenti rapporti corretti tra impieghi e fonti, fra capitale proprio e capitale di terzi.
Realizzare un equilibrio patrimoniale significa fare in modo che:
-gli impieghi a lungo siano opportunamente finanziati dalle fonti a lungo termine;
-l'attivo circolante sia superiore al passivo corrente in modo da realizzare l'equilibrio patrimoniale nel breve periodo.
Nello specifico, la situazione ideale si verifica quando i debiti a medio e lungo termine devono essere di importo inferiore agli impieghi a medio e lungo termine, i debiti a breve termine devono essere di importo inferiore agli impieghi a breve termine, l’azienda deve essere sufficientemente capitalizzata ossia dotata di mezzi propri, deve essere elastica e flessibile per questo motivo è importante che le immobilizzazioni non incidano notevolmente sul totale degli impieghi.
La valutazione degli equilibri aziendali è cruciale per comprendere la salute finanziaria di un'azienda. L'equilibrio economico, finanziario e patrimoniale offrono una panoramica completa delle performance finanziarie e della stabilità dell'azienda. Analizzarli attentamente aiuta a prevenire problemi finanziari, a prendere decisioni informate e a garantire una gestione finanziaria solida e sostenibile nel lungo termine.
Gli squilibri economici, finanziari e patrimoniali infatti possono portare l'azienda a uno stato di insolvenza definito come una situazione di impotenza, funzionale e non transitoria, che non permette alla società di soddisfare regolarmente e con mezzi normali le proprie obbligazioni, a seguito del venir meno delle condizioni di liquidità e di credito necessarie all’attività commerciale.
"Analisi degli equilibri: la bussola per il successo finanziario delle aziende !"
Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli il 13-09-2016
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DECRETO LEGISLATIVO 12 gennaio 2019, n. 14 Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza
Art. 2. Definizioni
1. Ai fini del presente codice si intende per:
a) «crisi»: lo stato del debitore che rende probabile l'insolvenza e che si manifesta con l'inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi;
Francesco Cacchiarelli economista di impresa
Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989
Iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999
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Comunicato stampa ABI del 18 novembre 2014
Un progetto nazionale per studiare e realizzare in tempi brevi le specifiche tecniche e le soluzioni strategiche indispensabili per favorire lo sviluppo in Italia dei micropagamenti e in particolare dei mobile payment, dotando il Paese di una soluzione bancaria condivisa a livello di settore che - affiancandosi a quelle già realizzate dalle singole banche - consenta agli italiani di fare acquisti e pagare prodotti e servizi tramite il telefonino cellulare. È questo l’obiettivo del piano strategico, messo a punto dall’ABI con i Consorzi Bancomat®, CBI e ABI Lab e approvato dal Comitato Esecutivo dell’Associazione. Lo ha annunciato il Presidente del Comitato Pagamenti dell’ABI, Camillo Venesio, durante i lavori della prima giornata del Convegno Carte 2014, la due giorni dedicata al mondo dei pagamenti e alle sue evoluzioni tecnologiche, normative e di mercato.
“Favorire lo sviluppo dei pagamenti mobile – ha detto Venesio – significa contribuire ulteriormente alla digitalizzazione e alla modernizzazione del Paese, riducendo la circolazione di denaro contante che in Italia rappresenta tuttora lo strumento più utilizzato, oltre che il più costoso per la collettività”. Nel nostro Paese, infatti, i costi di gestione del contante sono stimati in 8 miliardi l’anno, pari allo 0,52% del PIL contro una media europea dello 0,40%, e sono più elevati che nel resto d’Europa proprio perché gli italiani utilizzano di più il contante. In Italia, oltre l'85% delle transazioni avviene cash a fronte di una media europea inferiore al 60%, che nei Paesi nordici scende sotto il 40%.
In questo scenario, il progetto messo a punto dall’ABI analizza tutte le possibili iniziative in grado di valorizzare tecnologie e infrastrutture già condivise a livello di sistema nell’ambito del circuito domestico di carte di debito (PagoBANCOMAT®) e dell’infrastruttura evoluta che garantisce l’interoperabilità degli istituti finanziari attraverso il canale del Corporate banking interbancario.
Le soluzioni tecnologiche e infrastrutturali già realizzate dai Consorzi BANCOMAT® e CBI, infatti, rappresentano una base solida ed evoluta su cui costruire le possibili soluzioni cooperative volte a favorire lo sviluppo dei pagamenti mobile.
Il PagoBANCOMAT®, che già si trova nei portafogli di oltre 34 milioni di italiani, può rappresentare uno strumento efficace - oltre che già diffuso in modo capillare su tutto il territorio nazionale – per trasferire di denaro in mobilità, anche grazie alle specifiche tecniche messe a punto in questi mesi dal Consorzio per abilitare gli acquisti online mediante circuito PagoBANCOMAT® e i pagamenti contactless attraverso carta Bancomat® C-Less.
L’infrastruttura tecnologica e i modelli di servizio già esistenti nell’ambito del CBI, invece, possono supportare l’interoperabilità tra le iniziative già sviluppate dai differenti istituti finanziari.
Lo staff di tusciafisco.it segnala la pubblicazione della Circolare INPS n. 136 (download .pdf) del 30/10/2014, avente ad oggetto Nuove modalità di presentazione della richiesta di Assegni per il Nucleo familiare per i Lavoratori di ditte cessate o fallite.
Abstract:
Nuove modalità di presentazione
È stata attivata la modalità di presentazione telematica delle domande di Assegno per il Nucleo Familiare da parte dei lavoratori di ditte cessate o fallite. La presentazione telematica delle domande in oggetto potrà avvenire attraverso uno dei seguenti canali:
-
WEB – servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino munito di PIN attraverso il portale dell’Istituto - servizio di “Invio OnLine di Domande di prestazioni a Sostegno del reddito” - funzione ANF Ditte Cessate/Fallite;
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Patronati– attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi;
-
Contact - Center– attraverso il numero verde 803.164.
A far data dal 1 gennaio 2015, ledomande di Assegno al Nucleo Familiare per le ditte cessate o fallite potranno essere presentate esclusivamente in via telematica. Fino a tale data, al fine di rendere graduale il passaggio alla telematizzazione in via esclusiva, è previsto un regime transitorio durante il quale le istanze in discorso potranno essere trasmesse sia in via telematica che cartacea.
Comunicato stampa Confcommercio del 14 novembre 2014
Se, oltre ai tredici trimestri di variazioni nulle o negative, si considera che dal primo trimestre del 2008 il Pil si è ridotto del 9,4%, tornando ai livelli del 2000, la strada della ripresa appare non solo lontana, ma sempre più difficile da raggiungere. Un percorso che rischia di essere ancora più tortuoso a causa del venir meno dell'apporto positivo della domanda estera per le difficoltà in cui si trovano molti paesi europei: questo il commento dell'ufficio Studi Confcommercio alle stime del Pil diffuse oggi dall'Istat.
E', dunque, evidente che l'unica via di uscita è quella di avviare politiche di stimolo ai consumi e agli investimenti più incisive di quelle attuate sino ad ora. Altrimenti dovremo arrenderci al fatto che la recessione, o la stagnazione, possano diventare una costante per la nostra economia.