ABI Rapporto mensile - Febbraio 2024 - Principali evidenze - Comunicato stampa
Gli andamenti dell’economia dell’area dell’euro e di quella italiana continuano a mostrare che gli effetti della politica monetaria restrittiva realizzata dalla BCE
continuano a manifestarsi. Tali effetti possono cogliersi anche nel mercato bancario in Italia. Tuttavia, negli ultimi mesi si stanno manifestando primi segnali di
diminuzione dei tassi di mercato rispetto ai precedenti valori massimi.

TASSI DI MERCATO
1. Il tasso sui BTP nei primi 14 giorni di febbraio è stato in media del 3,88%, in
diminuzione di 111 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023.
2. Il tasso IRS (molto usato nei mutui) a 10 anni nei primi 14 giorni di febbraio è
stato in media del 2,69%, in diminuzione di 83 punti rispetto al massimo
registrato a ottobre 2023.
3. Il tasso sui BOT a sei mesi nei primi 14 giorni di febbraio è stato in media del
3,66%, in diminuzione di 39 punti rispetto al massimo registrato a
ottobre 2023.
4. Il tasso Euribor a 3 mesi nei primi 14 giorni di febbraio è stato in media del
3,91%, in calo di 10 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023.

TASSI DI INTERESSE SUI PRESTITI
5. Tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento in diminuzione:
• il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è
diminuito a gennaio 2024 al 3,99%, rispetto al 4,42% di dicembre 2023 e
dal 4,50% di novembre 2023;
• il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è
sceso a gennaio 2024 al 5,39% dal 5,46% di dicembre 2023 e al 5,59% di
novembre 2023;
• il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è stato
a gennaio 2024 del 4,76%, stesso valore di dicembre e novembre 2023.


TASSI DI INTERESSE SULLA RACCOLTA
6. Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di
deposito e depositi vincolati) a gennaio 2024 è salito al 3,83%. A dicembre
2023 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro
(Italia 3,78%; area dell’euro 3,57%). Rispetto a giugno 2022, quando il
tasso era dello 0,29% (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi BCE),
l’incremento è di 354 punti base.
1 Il rapporto mensile dell’Abi rende disponibili una serie di informazioni quantitative che sono in anticipo rispetto
ad ogni altra rilevazione in proposito. Tale possibilità è determinata dal fatto che le banche sono i produttori
stessi di queste informazioni.

7. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso
a gennaio 2024 è 4,66%, con un incremento di 335 punti base rispetto a
giugno 2022 quando era l’1,31%.
8. A gennaio 2024 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito,
depositi a risparmio e conti correnti), è aumentato allo 0,99% (0,32% a giugno
2022).
9. Il tasso sui soli depositi in conto corrente è cresciuto allo 0,55%, tenendo
presente che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e
non ha la funzione di investimento (cfr. Tabella 2).

MARGINE TRA TASSO SUI PRESTITI E TASSO SULLA RACCOLTA
10.Il margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi
prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie a gennaio 2024
è sceso a 151 punti base (208 punti nel mese precedente).

RACCOLTA DA CLIENTELA
11.La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche,
presenta un incremento di oltre 226 miliardi tra dicembre 2022 e
dicembre 2023 (148,9 miliardi famiglie, 24,8 imprese e il restante agli altri
settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).
12.Conseguentemente, i soli depositi, nelle varie forme, sono scesi a gennaio
2024 del 2% rispetto a gennaio 2023, diminuzione in rallentamento rispetto
a dicembre 2023 (-3,1%).
13.A gennaio 2024 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è
cresciuta rispetto ad un anno prima (+22%), in accelerazione rispetto a
dicembre 2023 (+18,2%).
14.La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni)
a gennaio 2024 è risultata in aumento dello 0,50% su base annua (-0,9% a
dicembre 2023; cfr. Tabella 3), tornando quindi a crescere.

PRESTITI BANCARI
15.Il calo dei volumi di credito è coerente con il rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti: a gennaio
2024, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 2,9% rispetto a un anno prima, mentre a dicembre 2023 avevano registrato un calo del 2,5%,
quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 3,7% e quelli alle famiglie dell’1,3%.

SOFFERENZE
16.Le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a dicembre 2023 sono state 16,6 miliardi di
euro (17,7 miliardi a novembre). Se confrontato con il livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto nel novembre 2015 (88,8 miliardi), il calo è di 72,2
miliardi. 17.Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è allo 0,98% a dicembre 2023 (1,04% a novembre 2023; 4,89% a novembre 2015.

 

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