In senso generale compliance può essere tradotto come "conformità", essere compliant significa essere conformi e to comply with vuol dire "attenersi a certe regole ben definite, attenersi a certi principi".

In base alla definizione data nel 2007 dalla Banca d’Italia il rischio di compliance cioè rischio di non conformità alle norme, si definisce come: "il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (es. statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina)".

Per compliance aziendale, potremmo invece più specificatamente intendere l’insieme delle procedure, delle best practice, dei processi e delle attività che l'azienda intraprende per l'analisi e la gestione dei rischi, per far sì che venga garantito il rispetto delle leggi, dei regolamenti, degli standard, delle pratiche etiche applicabili all’organizzazione quali elementi indispensabili per la conduzione di un'impresa sana, coerente con gli obiettivi e fondata essenzialmente sulla "fiducia" con il mercato e con i suoi stakeholder.

Sono tantissime le norme di settore che dettano disposizioni che si fanno normalmente rientrare nella compliance. Tra le più comuni citiamo:

Il D.Lgs. 231/01 "Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche"

Il D.Lgs. 196/03 "Codice in materia di protezione dei dati personali" 

Il D.Lgs 81/08 "Sicurezza sul lavoro"

Le norme della serie ISO 9000 "Qualità e certificazione"

E così via.

Per garantire una solida gestione della compliance aziendale, è importante adottare almeno le seguenti azioni:

  1. Analisi e valutazione dei rischi: Identificare i potenziali rischi e le aree di non conformità che possono influire sull'azienda. Valutare l'impatto e la probabilità di tali rischi per sviluppare un piano di gestione adeguato.

  2. Design e implementazione di politiche e procedure: Sviluppare politiche, procedure e linee guida chiare che riflettano le normative applicabili e gli standard etici del settore. Comunicare queste politiche a tutti i dipendenti e assicurarsi che siano adeguatamente comprese e seguite.

  3. Formazione e consapevolezza: Fornire formazione regolare a tutti i dipendenti sull'importanza della compliance aziendale e sulle normative rilevanti. Creare una cultura di consapevolezza e responsabilità per promuovere il rispetto delle regole e l'adozione di comportamenti etici.

  4. Monitoraggio e revisione: Implementare meccanismi di monitoraggio interni per verificare l'efficacia delle politiche e delle procedure di conformità. Effettuare regolarmente audit interni ed esterni per identificare eventuali non conformità e apportare le correzioni necessarie.

  5. Responsabilità e rendicontazione: Definire ruoli e responsabilità chiari per la gestione della compliance aziendale. Assicurarsi che siano individuate le persone responsabili dell'implementazione delle politiche, della gestione dei rischi e del monitoraggio delle attività di conformità. Rendicontare periodicamente alle parti interessate sull'andamento della compliance aziendale.

La compliance aziendale rappresenta un investimento strategico per l'azienda. Garantire il rispetto delle normative e degli standard rilevanti non solo riduce i rischi e protegge la reputazione aziendale, ma contribuisce anche a creare un ambiente di lavoro sano, etico e responsabile. La conformità è una pietra angolare per una gestione aziendale efficace e per il successo a lungo termine dell'impresa.

Investire nella compliance aziendale significa proteggere l'azienda da conseguenze finanziarie, legali e reputazionali negative, dimostrare un impegno per la responsabilità sociale e costruire relazioni di fiducia con i clienti e gli stakeholder. È il momento di prendere sul serio la gestione della compliance aziendale e fare della conformità un valore guida nella conduzione dell'impresa.

 

Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli 10-10-2017

 

“Le aziende prestano troppa attenzione a quanto costa fare certe cose. Dovrebbero preoccuparsi di più di quanto costa non farle” - Philip Kotler

 

 

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Francesco Cacchiarelli economista di impresa

Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989

Iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999

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