C’erano una volta i commercialisti, gli avvocati, gli architetti, professionisti ben pagati e socialmente riconosciuti.

C’era una volta e oggi non c’è più. Complice anche una crisi economica lunga e una società sempre più fluida ed incerta, i nostri giovani liberi professionisti a partita IVA, istruiti e ben formati, vivono ormai alla giornata, in situazione di precariato costante, senza ferie e senza nessuna tutela, soprattutto sanitaria.

Oggi purtroppo è normale constatare che un giovane avvocato guadagni mille euro al mese. A fotografare questo impietoso declino anche i numeri delle Casse di Previdenza Private che certificano oramai cali del 20% dei redditi dichiarati.

Di fronte a questo inesorabile declino forse l’unica strada da percorrere per cercare di recuperare il terreno perduto resta probabilmente solo l’aggregazione interdisciplinare dei piccoli e medi studi professionali che permetterebbe ai piccoli studi di sfruttare una “economia basata sul sapere”, fatta di conoscenze e di relazioni, per produrre un nuovo valore, per fare economie di scala e di scopo e per sfruttare più efficacemente la presenza capillare sul territorio degli studi professionali, il tutto accompagnato da una forte innovazione e da un ampliamento delle proprie soft skill.

 

Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli 09-08-2017