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(...)  sono socio di una snc insieme a mia moglie ed al fratello di lei, siccome ci stiamo separando tra i nostri accordi ci sarebbe anche quello della mia uscita dalla società cedendo la mia quota a lei. Vorrei sapere se posso liberarmi da ogni rischio per eventuali debiti della società anche risalenti agli anni passati... Per lo più, temo azioni anche da parte di ex lavoratori dipendenti della snc ma non solo. Grazie
 
Il cedente è liberato dai debiti anteriori al trasferimento solo con il consenso dei creditori. 
In generale, qualora oggetto del trasferimento sia la quota societaria relativa ad un’azienda commerciale, dei debiti risultanti dai libri contabili obbligatori risponde sia il cedente che l’acquirente. Il cedente per essere liberato da ogni responsabilità deve raggiungere e sottoscrivere un accordo oltreché con colui che acquista la sua partecipazione sociale, anche con gli altri soci e con tutti i creditori.
La responsabilità del cedente e dell’acquirente è solidale, ovverosia il creditore può pretendere l’intero pagamento del suo credito rivolgendosi anche solo all’uno o all’altro. 

Salve avvocato, ho letto il suo articolo "Nuova alternativa al processo obbligatoria dal 9 febbraio 2015" e vorrei porle un quesito. Mi chiamo Luca e sono in lite con mia moglie ormai da qualche tempo e abbiamo deciso di lasciarci. Nel suo articolo lei scrive che la negoziazione assistita può essere utilizzata anche per le controversie tra coniugi, quindi vorrei sapere cosa devo fare per iniziare la negoziazione. Mi devo rivolgere subito all'avvocato o a qualche ufficio pubblico? La negoziazione assistita ha un costo?
Grazie
 
È necessario rivolgersi almeno ad un Avvocato, in quanto la nuova procedura denominata negoziazione “assistita” consiste nel sottoscrivere un impegno a collaborare/negoziare per risolvere una lite con l'assistenza obbligatoria di uno o più Avvocati.
Gli Avvocati, peraltro, hanno il dovere deontologico di informare il cliente, al momento del conferimento di un qualsiasi incarico, della possibilità di ricorrere alla negoziazione assistita e delle ipotesi in cui questa è obbligatoria (in materia di incidenti stradali e tra imbarcazioni nonché per le domande di pagamento fino a € 50.000).

Articolo (FAQ) redatto dall'Avv. Andrea Cruciani - 10/12/2014
 
Chi paga le spese necessarie per la servitù?
Il proprietario del fondo dominante deve fare a sue spese le opere necessarie per conservare la servitù, se non è diversamente stabilito dall’atto (contratto, sentenza, ecc.) o dalla legge che istituisce la servitù; comunque, se le opere giovano anche al fondo servente, le spese sono sostenute in proporzione dei rispettivi vantaggi anche dal rispettivo proprietario. 
 
Si paga per la servitù di passaggio?
Il proprietario del fondo dominante deve pagare un’indennità al proprietario del fondo servente proporzionata al danno cagionato dal passaggio. Tuttavia, se il fondo è divenuto da ogni parte chiuso per effetto di vendita o divisione, l’acquirente del fondo intercluso ha diritto di ottenere dall’altro contraente il passaggio senza pagare alcuna indennità.
 
Il proprietario tenuto alle spese per la servitù se ne può liberare?
Si, il proprietario del fondo servente, quando è obbligato alle spese necessarie per l’uso o la conservazione della servitù, se ne può liberare rinunziando alla proprietà del fondo servente, anche solo in parte, a favore del proprietario del fondo dominante. 
 
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Articolo (FAQ) redatto dall'Avv. Andrea Cruciani - 10/12/2014
 
Cosa succede se vendo o acquisto un terreno gravato da servitù?
La servitù, sia attiva che passiva, è trasferita con la proprietà al nuovo acquirente perché attiene al rapporto tra i fondi, dominante e servente, e non riguarda personalmente gli originali rispettivi proprietari dell’uno e dell’altro fondo.
 
Che succede se il proprietario di due fondi legati da servitù ne cede uno?    
Quando due fondi non appartengono più allo stesso proprietario, per vendita o divisione, senza che nei relativi atti vi sia alcuna disposizione relativa alla servitù, questa si considera prestabilita sopra ciascuno dei fondi separati, rispettivamente come passiva sul fondo servente e attiva su quello dominante.
 
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Articolo (FAQ) redatto dall'Avv. Andrea Cruciani - 10/12/2014

Che cos’è la servitù​?
La servitù, relativamente a un fondo rustico (servitù prediale), è un diritto di godimento (reale/su cosa) che il proprietario di un fondo può esercitare su un altro fondo appartenente ad un altro proprietario e consiste in una utilità per il fondo, c.d. dominante, correlata ad un peso imposto sopra l’altro fondo, c.d. servente.

 
Cosa si intende per utilità della servitù?
L’utilità consiste nel beneficio che può essere attribuito ad un fondo a discapito di un altro fondo, in relazione alla destinazione del fondo stesso e potendo risultare anche soltanto come una semplice maggiore comodità per il godimento.

 
Come nasce o si ottiene una servitù?
Le servitù possono essere costituite per contratto tra i proprietari di fondi diversi, per testamento, oppure possono essere imposte dalla legge o da una sentenza; possono altresì essere costituite per usucapione, o per destinazione del padre di famiglia.

 
Come si costituisce una servitù per usucapione?
Con l’esercizio del diritto protratto nel tempo senza interruzioni e pacificamente (senza contestazione altrui), in modo pubblico (non di nascosto) e con la consapevolezza di non violare un diritto di altri bensì di esercitarne uno proprio.
 

Di seguito si propone una serie di risposte a domande frequenti (FAQ) in merito all'istituto della Successione, redatte dall'Avv. Andrea Cruciani.
 
1. Come si trasmette l’eredità? L'eredità si devolve per legge o per testamento. Non si fa luogo alla successione legittima se non quando manca, in tutto o in parte, quella testamentaria.
 
2. Cos’è  il testamento? Il testamento è un atto con il quale taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie sostanze o di parte di esse.

3. Come si fa testamento? La legge prevede tre forme ordinarie di testamento: il testamento olografo e il testamento per atto di notaio che può essere pubblico o segreto.
 
4. Una volta fatto il testamento si può modificare o annullare? Si, il testamento è un atto revocabile e sempre modificabile.
 
5. Si possono fare più testamenti? Si, tuttavia in caso di disposizioni in contrasto tra loro prevalgono quelle del testamento redatto per ultimo.

6. Si può diseredare un erede? Le disposizioni testamentarie non possono pregiudicare i diritti o quota di eredità che la legge riserva al coniuge e ai figli o ai discendenti, c.d. legittimari.
 
7. A chi è riservata una quota di eredità per legge? La legge riserva una quota di eredità e altri diritti al coniuge e ai figli o, se questi non vogliono o non possono, ai loro discendenti.
 
8. Ai nipoti è riservata una quota di eredità? A favore dei discendenti dei figli che non possono o non vogliono diventare eredi la legge riserva gli stessi diritti che sono riservati ai figli.
 
9. Chi diventa erede? I parenti secondo l’ordine e le quote previste dalla legge o chiunque sia nominato per testamento, diventano eredi se accettano l’eredità loro devoluta, per legge o testamento.
 
10. Se non c’è testamento a chi va l’eredità? Nella successione legittima l'eredità si devolve al coniuge, ai discendenti, agli ascendenti legittimi, ai collaterali, agli altri parenti e allo Stato nell'ordine e secondo le regole stabilite dalla legge.
 
11. Come si diventa eredi? L'eredità si acquista con l'accettazione.
 
12. Come si accetta l’eredità? L'eredità può essere accettata puramente e semplicemente o col beneficio d'inventario. L'accettazione pura e semplice può essere espressa o tacita. L'accettazione è espressa quando in un atto pubblico o in una scrittura privata, il chiamato all'eredità ha dichiarato di accettarla oppure ha assunto il titolo di erede. L'accettazione è tacita quando il chiamato all'eredità compie un atto che presuppone necessariamente la sua volontà di accettare e che non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede. L'accettazione col beneficio d'inventario si fa mediante dichiarazione, ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale del circondario in cui si è aperta la successione, e viene inserita nel registro delle successioni conservato nello stesso tribunale. La dichiarazione deve essere preceduta o seguita dall'inventario, nelle forme prescritte dal codice di procedura civile.
 
13. Cosa si intende per apertura della successione? La proceduta che si attiva dopo la morte di una persona, l’apertura coincide con il momento della morte.
 
14. Quando si apre la successione? La successione si apre al momento della morte, nel luogo dell'ultimo domicilio del defunto.

15. Quanto tempo si ha per accettare l’eredità? Il diritto di accettare l'eredità si prescrive in dieci anni. Il termine decorre dal giorno della morte del c.d. de cuius (colui della cui eredità si tratta), tuttavia, chiunque vi ha interesse può chiedere che l'Autorità giudiziaria fissi un termine entro il quale il chiamato/designato dichiari se accetta o rinunzia all'eredità. L'effetto dell'accettazione risale comunque al momento nel quale si è aperta la successione.
 
16. Si può accettare con condizioni particolari o solo una parte dell’eredità? È nulla la dichiarazione di accettare sotto condizione o a termine. Parimenti è nulla la dichiarazione di accettazione parziale di eredità.
 
17. Che cosa vuol dire accettazione tacita? L'accettazione è tacita quando il chiamato all'eredità compie un atto che presuppone necessariamente la sua volontà di accettare e che non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede.
 
18. Chi non vuole diventare erede può disporre dei beni dell’eredità? La donazione, la vendita o la cessione, che il chiamato all'eredità faccia dei suoi diritti di successione a un estraneo o a tutti gli altri chiamati o ad alcuno di questi, importa accettazione dell'eredità.
 
19. Si può rinunciare all’eredità e come? La rinunzia all'eredità deve farsi con dichiarazione, ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale del circondario in cui si è aperta la successione, e inserita nel registro delle successioni. È nulla la rinunzia fatta sotto condizione o a termine o solo per parte. La rinunzia ai diritti di successione, qualora sia fatta verso corrispettivo o a favore di alcuni soltanto dei chiamati, importa accettazione.
 
20. Cosa succede a chi rinuncia all’eredità? Chi rinunzia all'eredità è considerato come se non vi fosse mai stato chiamato. Il rinunziante può tuttavia ritenere la donazione o domandare il legato a lui fatto sino alla concorrenza della porzione disponibile, salve le disposizioni degli articoli 551 e 552. Fino a che il diritto di accettare l'eredità non è prescritto contro i chiamati che vi hanno rinunziato, questi possono sempre accettarla, se non è già stata acquistata da altro dei chiamati e senza pregiudizio delle ragioni acquistate da terzi sopra i beni dell'eredità.
 
21. Cos’è il beneficio d’inventario? L'effetto dell’accettazione con beneficio d'inventario consiste nel tener distinto il patrimonio del defunto da quello dell'erede, nel senso che i debiti dell’eredità potranno essere pagati solo con questa e non anche con il patrimonio personale dell’erede.
 
22. Se tra più eredi uno solo accetta con beneficio d’inventario, il beneficio vale solo per lui? L'accettazione con beneficio d'inventario fatta da uno dei chiamati giova a tutti gli altri, anche se l'inventario è compiuto da un chiamato diverso da quello che ha fatto la dichiarazione.
 
23. Chi paga l’accettazione con beneficio d’inventario? Le spese dell'apposizione dei sigilli, dell'inventario e di ogni altro atto dipendente dall'accettazione con beneficio d'inventario sono a carico dell'eredità.
 
24. Si può nominare erede un minorenne? Si, inoltre, sono capaci di succedere tutti coloro che sono nati o concepiti al tempo dell'apertura della successione.

25. Come fanno i minorenni ad accettare l’eredità? Non si possono accettare le eredità devolute ai minori e agli interdetti, se non col beneficio d'inventario;  i minori emancipati e gli inabilitati non possono accettare le eredità, se non col beneficio d'inventario, osservate le disposizioni di legge.
 
26. Si può nominare erede una società o un'associazione? Si
 
27. Una società o associazione come accetta l’eredità? L'accettazione delle eredità devolute alle persone giuridiche o ad associazioni, fondazioni ed enti non riconosciuti non può farsi che col beneficio d'inventario. Questa disposizione non si applica invece alle società.
 
 
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