La definizione che Cassa depositi e prestiti da della Smart City è di una proiezione astratta di comunità del futuro, un perimetro applicativo e concettuale definito da un insieme di bisogni che trovano risposte in tecnologie, servizi e applicazioni riconducibili a domini diversi: smart building, inclusion, energy, environment, government, living, mobility, education, health, e molto altro ancora. Tali tecnologie, servizi ed applicazioni non costituiscono di per sé né singolarmente né collettivamente una Smart City, se non vengono integrate in una piattaforma che assicuri interoperabilità e coordinamento, ma soprattutto la definizione di appropriati strumenti di governance e finanziamento, elementi essenziali alla realizzazione della visione politica e sociale costitutiva della Smart City.
La Smart City è quindi in primo luogo una collezione di problemi rilevanti da affrontare e di idee per risolverli, un insieme di modelli di inclusione, di regole di ingaggio tra sistema pubblico e privato, di nuova strumentazione finanziaria, di innovazione nella Pubblica Amministrazione, di procedure di procurement, di azioni di semplificazione e trasparenza, di regolamentazione, su cui la Pubblica Amministrazione sappia formulare promesse credibili nel medio periodo.
Al centro della sfida vi è la costruzione di un nuovo genere di bene comune, una grande infrastruttura tecnologica e immateriale che faccia dialogare persone e oggetti, integrando informazioni e generando intelligenza, producendo inclusione e migliorando il nostro vivere quotidiano.
Definire un modello di Smart City diviene oggi assolutamente necessario per far fronte alle peculiarità della competizione globale tra le città - anche di medie e piccole dimensioni - che gareggiano nell'offerta ai propri cittadini (attuali e potenziali) di qualità della vita e condizioni per lo sviluppo di attività economiche sempre migliori.
 
Ma come si finanzia un progetto di Smart City?
Secondo la ricetta proposta da Cassa depositi e prestiti nel suo report monografico "Progetti di sviluppo e strumenti di finanziamento" di sicuro non con la riduzione delle spesa pubblica sociale; quanto piuttosto con una feloce lotta agli sprechi legati ai servizi pubblici. Detto ciò, la scala di investimenti necessari per l'innesco dei processi di "messa intelligenza" delle città italiane resta ad ogni modo non compatibile con la generale situazione di finanza pubblica. Proprio per questo vanno elaborate nuove politiche pubbliche per le città in grado di incanalare risorse del risparmio di lungo periodo (il riferimento è in particolare al risparmio istituzionale di lungo periodo rappresentato da fondi pensione, assicurazioni, fondi sovrani, banche multi-laterali, regionali e nazionali di sviluppo) e capitali privati nei nuovi interventi. Politiche pubbliche che devono essere sostenute da nuovi strumenti finanziari che favoriscano gli investimenti di lungo periodo; su questo fronte il procurement innovativo e i partenariati pubblico-privati si candidano come gli strumenti di finanza più moderni.
Dal lato della credibilità delle città, chiaramenti i mercati favoriscono un identikit composto da stabilità politica e legislativa, procedure amministrative snelle e rapide, carichi regolatori e burocratici contenuti, un sistema giudiziario rapido e affidabile ed una pubblica amministrazione efficiente e tecnicamente preparata.
Risulta quindi chiarissimo il gap italiano.
Un primo tentivo di fornire una cornice legislativa alle Smart City è rintracciabile nel cosiddetto Decreto Crescita 2.0 (D.L. n. 179 del 18/10/2012) che mira a definire una piattaforma di base di natura tecnologica, finanziaria e di strumenti di governance capace di creare le migliori precondizioni possibili per lo sviluppo di progetti Smart City su scala nazionale. L’attuazione di tale disegno, oggi affidato all’emanazione dei decreti attuativi da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale è la prima delle condizioni necessarie allo sviluppo delle Smart City in Italia.
Ad oggi, si può dire che si è ancora ai primordi di un fenomeno che caratterizzerà il pianeta sotto molteplici aspetti, primo tra tutti il rapporto tra tecnologia e finanza. La convizione di Cassa depositi e prestiti, infatti, è che la complessità sistemica e tecnologica della visione Smart City e quella degli strumenti finanziari associati non siano in nessun modo separabili, né dal punto di vista cognitivo né da quello operativo. Non è pensabile che il progetto tecnologico e quello finanziario siano non solo realizzati, ma anche concepiti separatamente. La progettazione finanziaria di dettaglio di investimenti complessi deve compenetrare profondamente ed ex-ante la visione tecnologica, ed entrambe queste devono rispondere coerentemente ad una visione sociale delle comunità che si intendono realizzare.
 
Articolo redatto dal Dott. Riccardo Cerulli - 18/08/2017