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A dicembre 2023 si stima un aumento sia del clima di fiducia dei consumatori (l’indice cresce da 103,6 a 106,7) sia dell’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese che sale da 103,5 a 107,2.

Si segnala un diffuso miglioramento delle opinioni dei consumatori soprattutto sulla situazione economica generale e sulla situazione futura. L’evoluzione positiva è evidenziata dai quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti del clima di fiducia: il clima economico e quello futuro registrano gli incrementi più consistenti (il primo passa da 111,0 a 118,6 e il secondo da 109,3 a 113,5); il clima corrente aumenta da 99,8 a 102,2 e il clima personale sale da 101,2 a 102,8.

Con riferimento alle imprese, si segnala un miglioramento della fiducia, seppur con intensità diverse, in tutti i comparti ad eccezione della manifattura. Più in dettaglio, nei servizi di mercato si registra un marcato aumento con l’indice che passa da 96,7 a 106,4; nelle costruzioni e nel commercio al dettaglio l’incremento è più contenuto (l’indice cresce, rispettivamente, da 161,3 a 162,9 e da 107,5 a 107,8). Infine si stima un peggioramento della fiducia nella manifattura (l’indice diminuisce da 96,6 a 95,4).

Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura giudizi sugli ordini e sulle scorte di prodotti finiti sostanzialmente stabili rispetto al mese scorso si abbinano ad attese di produzione in deciso peggioramento. Nelle costruzioni si stima un miglioramento di tutte le componenti.

Nei servizi di mercato si evidenzia un deciso miglioramento dei giudizi sugli ordini e sull’andamento degli affari; anche le attese sugli ordini aumentano ma l’incremento del saldo è meno consistente rispetto ai giudizi. Con riferimento al commercio al dettaglio, si stima una dinamica estremamente positiva per i giudizi sulle vendite, mentre le relative attese sono in diminuzione; tale evoluzione è determinata dalla grande distribuzione, mentre nella distribuzione tradizionale opinioni negative sulle vendite si uniscono ad un aumento delle relative attese. Quanto alle scorte di prodotti finiti, sono giudicate in decumulo.

 

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Il commento
A dicembre, il clima di fiducia delle imprese torna ad aumentare dopo quattro mesi consecutivi di riduzione e raggiunge il livello più elevato dallo scorso luglio. L’aumento dell’indice è determinato dal comparto dei servizi e da quello delle costruzioni.

L’indice di fiducia dei consumatori aumenta per il secondo mese consecutivo e si riporta, anch’esso, sul livello di luglio 2023. Si segnala un generale miglioramento di tutte le variabili che compongono l’indicatore ad eccezione dei giudizi sull’opportunità di risparmiare nella fase attuale, che rimangono sostanzialmente stabili rispetto al mese scorso.

Comunicato stampa Istat 22 dicembre 2023

 

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La salute finanziaria di un'azienda è fondamentale per il suo successo a lungo termine. Due strumenti cruciali per valutare e gestire questa salute finanziaria sono il budget di tesoreria e il rendiconto finanziario.

Budget di tesoreria: Proiezione del futuro finanziario
Il budget di tesoreria è uno strumento proattivo che si concentra sulla previsione dei flussi di cassa futuri di un'azienda. In altre parole, è una stima sistematica dei soldi che si prevede entreranno e usciranno dall'azienda in un periodo specifico, che può essere settimanale, mensile, trimestrale o annuale.

Punti chiave del budget di tesoreria:
-Proiezione futura: Lavora su dati previsionali, fornendo una visione anticipata del flusso di cassa.
-Strumento predittivo: Aiuta a valutare la sostenibilità finanziaria e a prendere decisioni informate.
-Considera tutte le variabili: Include entrate attese, spese pianificate e investimenti futuri.


Rendiconto finanziario: Fotografia del passato finanziario
Il rendiconto finanziario, d'altra parte, è uno strumento retrospettivo che analizza come l'azienda ha gestito i suoi flussi di cassa in un periodo specifico nel passato. Esso offre una panoramica dettagliata dei movimenti finanziari, identificando cause e variazioni significative.

Punti chiave del rendiconto finanziario:
-Analisi passata: Si basa su dati a consuntivo, riflettendo i flussi di cassa effettivi.
-Strumento di valutazione: Fornisce una comprensione dettagliata di come sono stati gestiti i fondi.
-Rivelatore di tendenze: Identifica le correlazioni tra investimenti, finanziamenti e situazione finanziaria.

Integrazione per una gestione finanziaria completa
Mentre il budget di tesoreria guarda al futuro, il rendiconto finanziario esamina il passato. La combinazione di entrambi fornisce una panoramica completa della gestione finanziaria aziendale.

Previsione e riflessione: Il budget anticipa situazioni future, mentre il rendiconto fornisce un'analisi critica delle decisioni passate.

Decisioni informate: L'integrazione dei due strumenti aiuta a prendere decisioni più informate sulla base di dati storici e previsionali.

Adattabilità e crescita: Una gestione finanziaria efficace richiede la capacità di adattarsi. L'uso combinato di budget e rendiconto offre un approccio flessibile e orientato alla crescita.

La differenza tra budget di tesoreria e rendiconto finanziario risiede quindi nella direzione temporale e nell'approccio. Entrambi sono fondamentali per mantenere un'azienda finanziariamente sana. Un'azienda che guarda al futuro e riflette sul passato è pronta ad affrontare sfide e a capitalizzare sulle opportunità che si presentano.

 

 Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli economista d'impresa dal 1989

Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989 

Iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999 

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A novembre 2023 si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,5% su base mensile e un aumento di 0,7% su base annua, da +1,7% nel mese precedente (la stima preliminare era +0,8%).

La decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente ai prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da -17,7% a -22,5%) sia regolamentati (da -31,7% a -34,9%), e, in misura minore, al rallentamento degli alimentari lavorati (da +7,3% a +5,8%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +4,6%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +4,0% a +3,5%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +4,9% a +5,6%).

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici continuano a rallentare (entrambe da +4,2%, registrato a ottobre, a +3,6%).

Dopo essersi annullata a ottobre, la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni scende su valori negativi (a -1,4%), mentre quella dei servizi rimane su valori positivi, sebbene in ulteriore rallentamento (da +4,1% a +3,7%), determinando un ampliamento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+5,1 punti percentuali, dai +4,1 di ottobre).

Continuano a rallentare in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,1% a +5,4%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,6% a +4,6%).

La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli energetici non regolamentati (-3,8%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3%), dei servizi relativi ai trasporti e degli energetici regolamentati (-0,7% entrambi); tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli alimentari non lavorati (+0,8%).

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,6% su base mensile e aumenta di 0,6% su base annua, in ulteriore decelerazione da +1,8% di ottobre (la stima preliminare era +0,7%).

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione di 0,4% su base mensile e un aumento di 0,7% su base annua.

Il commento
A novembre l’inflazione scende a 0,7%, tornando a livelli prossimi a quelli del febbraio 2021 (+0,6%). L’ulteriore calo del tasso di inflazione risente ancora del favorevole andamento dei prezzi dei Beni energetici, che a novembre evidenziano una netta flessione sul piano congiunturale. Un contributo al rallentamento dell’inflazione si deve inoltre alla dinamica dei prezzi di alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto) e alla nuova decelerazione dei prezzi degli Alimentari (+5,8%), in particolare della componente lavorata, che esercita un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+5,4%). Infine, l’inflazione di fondo si attesta a novembre al +3,6% (da +4,2%).

 

Comunicato stampa ISTAT 15 dicembre 2023

 

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Nel terzo trimestre 2023, l’input di lavoro – misurato dalle ore lavorate – e il PIL aumentano in termini congiunturali e tendenziali, pur mostrando il secondo una dinamica più debole. L’input di lavoro è aumentato dello 0,4% rispetto al secondo trimestre 2023 e il PIL dello 0,1%; l’aumento rispetto al terzo trimestre 2022 si attesta all’1,8% e allo 0,1% rispettivamente.

A novembre 2023 segnali eterogenei provengono dal clima di opinione degli operatori economici: fra i consumatori si stima un aumento del clima di fiducia (l’indice passa da 101,6 a 103,6) mentre l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese diminuisce da 103,9 a 103,4.
Si segnala un diffuso miglioramento delle opinioni dei consumatori sia sulla situazione personale sia su quella economica generale. L’evoluzione positiva è sintetizzata dai quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti: il clima personale e quello corrente registrano gli incrementi più consistenti (il primo passa da 98,6 a 101,2 e il secondo da 97,4 a 99,8); il clima futuro aumenta da 107,7 a 109,3 e il clima economico sale da 110,5 a 111,0.

Con riferimento alle imprese, segnali contrastanti provengono dai quattro comparti economici indagati: nei servizi e nelle costruzioni si stima una decisa riduzione dell’indice di fiducia (da 98,0 a 96,4 e da 163,8 a 161,3, rispettivamente); nella manifattura e, soprattutto, nel commercio la fiducia è in miglioramento (l’indice sale, nell’ordine, da 96,1 a 96,6 e da 106,1 a 107,4).

Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura peggiorano leggermente i giudizi sugli ordini mentre crescono le attese sulla produzione e le scorte sono giudicate in lieve decumulo. Nelle costruzioni si stima un deterioramento di tutte le componenti.

Nei servizi di mercato si evidenziano dinamiche negative per tutte le componenti dell’indice di fiducia. Con riferimento al commercio al dettaglio, i giudizi sulle vendite sono in peggioramento e le scorte di magazzino mostrano un lieve accumulo; le attese sulle vendite, invece, aumentano marcatamente, specie per la grande distribuzione.

 

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Il commento
A novembre, il clima di fiducia delle imprese cala per il quarto mese consecutivo raggiungendo il livello più basso da aprile 2021. La riduzione dell’indicatore è determinata dal peggioramento della fiducia nei servizi di mercato e nelle costruzioni.
L’indice di fiducia dei consumatori, dopo quattro mesi consecutivi di calo, torna ad aumentare pur mantenendosi al di sotto del livello medio registrato nel periodo gennaio – ottobre 2023. Si segnala un generale miglioramento di tutte le nove variabili che compongono l’indicatore ad eccezione delle aspettative sulla disoccupazione, che sono in lieve peggioramento.

 

Comunicato stampa ISTAT DATA DI PUBBLICAZIONE: 29 NOVEMBRE 2023

 

 

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