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Unicredit Interessi netti: 14 miliardi di euro, con un aumento del 31,3% rispetto all’anno precedente.  

Unicredit, una delle principali banche italiane, ha recentemente annunciato risultati eccezionali per il 2023, con un utile netto di 8,6 miliardi di euro, in aumento del 50% rispetto all'anno precedente. Questo notevole incremento è stato trainato principalmente dall'incremento degli interessi netti, che hanno registrato un aumento del 31,3%, raggiungendo i 14 miliardi di euro. Tale risultato riflette le politiche monetarie più restrittive adottate dall'Unione Europea per contrastare l'inflazione, che hanno influito notevolmente sulla situazione economica italiana.

Sebbene Unicredit - e non solo - abbia riportato risultati positivi, è importante considerare le possibili implicazioni di tali successi su diverse fasce della società:

Piccole aziende: L'aumento dei tassi di interesse e le politiche di prestito restrittive potrebbero avere un impatto negativo sulle piccole imprese, che spesso dipendono dai finanziamenti bancari per le loro attività quotidiane. 

Privati cittadini: I privati cittadini potrebbero essere interessati a come ciò si tradurrà in servizi bancari e condizioni di prestito. L'aumento dei profitti potrebbe portare a una maggiore stabilità finanziaria per la banca, ma potrebbe anche significare tassi di interesse più elevati sui prestiti e commissioni bancarie per i clienti.

L'eccezionale performance delle banche italiane nel 2023 rappresenta quindi una doppia spada per l'economia nazionale, poiché indica una solida crescita del settore bancario ma potrebbe comportare sfide per le piccole imprese e i privati cittadini nell'accesso al credito e nei servizi finanziari.

 

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Adeguati assetti organizzativi e contabili: Protocollo d’intesa Ance-Commercialisti
In arrivo check-list operative tarate sulle specificità delle imprese del settore delle costruzioni

L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) e il Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per valutare l’impatto sulle imprese del settore delle costruzioni dei nuovi obblighi sugli assetti organizzativi, amministrativi e contabili richiesti dalle recenti novità introdotte dal Codice civile e dal Codice della crisi d’impresa.
Su questo aspetto i commercialisti avevano già pubblicato delle linee guida, in forma di check list operative, per testare il grado di adeguamento di professionisti ed imprese ai nuovi criteri di gestione aziendale per prevenire la crisi d’impresa.

L’accordo, siglato dai presidenti di ANCE e CNDCEC, Federica Brancaccio e Elbano de Nuccio, prevede di creare uno specifico servizio on-line per le imprese del settore delle costruzioni, adattando le check list operative alle specificità delle imprese associate all’ANCE, la cui attività è caratterizzata da cicli di produzione pluriennali e da differenti tipologie di lavorazioni. Il test on-line consentirà di valutare in che modo le imprese del settore si stanno adattando ai nuovi assetti aziendali in funzione anticrisi fornendo, tramite un software, una valutazione immediata sulla base delle informazioni inserite.

L’accordo getta anche le basi per una futura e reciproca collaborazione dell’ANCE e del CNDCEC su ulteriori tematiche di interesse comune.

Comunicato stampa ANCE 8 febbraio 2024

 

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La fine della responsabilità limitata nelle srl; la sentenza del Tribunale di Cagliari

 

Francesco Cacchiarelli economista di impresa

Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989

Iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999

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I professionisti della Qaserpmi sono sempre a vostra disposizione per ulteriori informazioni o approfondimenti.

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Mia considerazione: Le check list operative per gli adeguati assetti societari rappresentano uno punto di partenza importante per valutare e garantire la corretta organizzazione aziendale. 
Tuttavia, va sottolineato che queste check list rappresentano solo una "fotografia" dell'attuale situazione aziendale e non costituiscono da sole una soluzione.
Una volta ottenuti i risultati dalle check list, si rende necessaria l'azione concreta. La questione si sposta quindi su come implementare effettivamente i cambiamenti necessari e chi sia responsabile di ciascun passaggio. Questa fase richiede la progettazione di un piano che delinei chiaramente le fasi da intraprendere e i ruoli e le responsabilità di ciascun attore coinvolto.
In definitiva, le check list rappresentano uno strumento di partenza per valutare gli assetti aziendali, ma la loro efficacia si realizza attraverso l'azione concreta, il monitoraggio costante e la collaborazione tra imprenditori, organi di controllo, professionisti e consulenti.

 

Al via il primo modulo della Riforma fiscale. Pronte le istruzioni per l’Irpef 2024 con sole 3 aliquote   
Pubblicate le istruzioni operative sulla prima parte della riforma fiscale che si applicherà nel 2024 e prevede la riduzione delle aliquote da 4 a 3: la prima del 23 per cento per i redditi fino a 28mila euro; poi del 35 per cento per i redditi superiori a 28 e fino a 50mila ed infine del 43% sopra questa ultima soglia. Scompare quindi la vecchia aliquota del 25% che si applicava da 15 mila a 28mila euro di reddito. La circolare 2/E - pdf di oggi fornisce così agli uffici dell’amministrazione finanziaria le indicazioni per applicare correttamente le norme contenute nel decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216. Ulteriori novità del 2024 riguardano, inoltre, la detrazione da lavoro dipendente con un aumento di 75 euro, la riduzione dell’ammontare delle detrazioni spettanti per alcuni oneri per i redditi sopra i 50 mila euro e l’abrogazione dell’agevolazione per la capitalizzazione delle imprese (ACE).

Scaglioni e aliquote ridotte da 4 a 3 e innalzate di 75 euro le detrazioni per redditi da lavoro dipendente – In pratica, spiega il documento di prassi, limitatamente al periodo d’imposta 2024, sono ridotti da quattro a tre gli scaglioni di reddito e le corrispondenti aliquote (23 per cento per i redditi fino a 28.000 euro; 35 per cento per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro; 43 per cento per i redditi che superano 50.000 euro). Al contempo, è inoltre innalzata di 75 euro, da 1.880 a 1.955 euro, la detrazione per i titolari di redditi di lavoro dipendente e per taluni redditi assimilati a condizione che il reddito complessivo non superi 15.000 euro. In altri termini, per il 2024, la no-tax area sale a 8.500 euro per i lavoratori dipendenti.

Addizionali regionale e comunale – I Comuni, le Regioni e le Province autonome hanno tempo fino al 15 aprile 2024 per adeguare la disciplina delle addizionali regionale e comunale alla nuova articolazione degli scaglioni e delle aliquote dell’IRPEF.

Sopra i 50mila euro taglio delle detrazioni di 260 euro - Per i contribuenti titolari di un reddito complessivo superiore a 50.000 euro, l’ammontare della detrazione dall’imposta lorda spettante in relazione agli oneri la cui detraibilità è fissata nella misura del 19 per cento è ridotto di un importo pari a 260 euro. Il taglio interessa anche le erogazioni liberali a favore dei partiti politici e i premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi, sono invece escluse le spese sanitarie. Per i titolari di reddito complessivo superiore a 120.000 euro, la decurtazione di 260 euro sarà applicata alla detrazione dall’imposta lorda che risulta già ridotta per effetto della riduzione progressiva delle detrazioni del 19% introdotta dalla manovra per il 2020 e regolata dall’articolo 15, comma 3-bis, del TUIR.

Addio all’Ace – Il decreto legislativo sul primo modulo di riforma dell’Irpef ha inoltre disposto l’abrogazione, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, dell’agevolazione alla capitalizzazione delle imprese (Ace), un aiuto finalizzato a favorire la crescita economica delle aziende riequilibrando il trattamento fiscale tra le società che si finanziano con debito e quelle che si finanziano con capitale proprio. Al riguardo, precisa la Circolare, il decreto stabilisce la cancellazione dell’Ace fino ad esaurimento dei relativi effetti, quindi sono da intendersi salve le deduzioni pregresse non utilizzate per carenza di imponibile e che quindi potranno comunque essere utilizzate nelle dichiarazioni dei redditi successive.

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Comunicato stampa del 6 febbraio 2024

 

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Si comunicano, per quanto di competenza, i dati utili per la determinazione dei tassi di riferimento relativamente alle operazioni di credito agevolato da stipularsi nel mese di febbraio 2024:

- rendimento medio ponderato riferito all’anno commerciale dei BOT, relativo al mese di gennaio 2024: 3,609%

- media mensile dei rendimenti lordi dei titoli pubblici soggetti a tassazione, relativa al mese di dicembre 2023: 3,480%

 

Roma, 31 gennaio 2024

 

Comunicati Stampa Banca d'Italia

 

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Adeguati assetti la mossa vincente per ottenere finanziamenti

Prosegue anche per il 2024 il periodo di sperimentazione della precompilata Iva, elaborata grazie ai dati acquisiti con le fatture elettroniche, con le comunicazioni delle operazioni transfrontaliere e con i dati dei corrispettivi telematici. Lo stabilisce un provvedimento - pdf firmato oggi dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

Sperimentazione anche per quest’anno - Lo scopo dell’estensione al 2024 è di consolidare e arricchire i dati precompilati della platea dei contribuenti, imprese e professionisti, già individuata e che riguarda circa 2,4 milioni di soggetti Iva. Inoltre, recependo anche le richieste provenienti dalle associazioni di categoria, il provvedimento amplia la gamma dei servizi web a favore degli operatori economici e dei loro intermediari.

Si ampliano i servizi - A partire dalle operazioni effettuate dal 1° gennaio 2024 vengono previsti nuovi servizi per i titolari di partita Iva. In particolare, i destinatari dei documenti Iva precompilati e i loro intermediari potranno scaricare in forma massiva mediante un sistema di cooperazione applicativa su rete internet le bozze dei registri Iva mensili; i prospetti riepilogativi su base mensile e trimestrale; le bozze delle comunicazioni delle liquidazioni periodiche; la bozza della dichiarazione Iva annuale.

Roma, 19 gennaio 2024

Comunicato stampa del 19 gennaio 2024

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Secondo le stime preliminari, nel mese di gennaio 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua (da +0,6% del mese precedente).

L’accelerazione su base tendenziale dell’inflazione è dovuta all’aumento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,7% a +4,3%) e dei Beni alimentari non lavorati (da +7,0% a +7,5%) e alla diminuzione della flessione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da -41,6% a -21,4%); per contro, si attenua l’aumento dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +4,2% a +2,9%) e dei Beni durevoli (da +1,5% a +0,8%).

Nel mese di gennaio l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera da +3,1% a +2,8% e quella al netto dei soli beni energetici da +3,4% a +3,1%.

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni rallenta la sua discesa (da -1,5% a -0,8%), mentre quella dei servizi decelera, pur rimanendo positiva (da +3,4% a +2,9%), determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,7 punti percentuali, dai +4,9 di dicembre).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano lievemente su base tendenziale da +5,3% a +5,4%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rallentano (da +4,4% di dicembre a +3,6%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, alla crescita dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,1%), dei Beni alimentari lavorati (+1,0%), dei Servizi relativi all’abitazione (+0,4%), dei Beni energetici non regolamentati e degli Altri beni (+0,3% entrambi); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,2%) e dal lieve calo dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (-0,1%).

L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,3% per l’indice generale e a +0,9% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dell’1,1% su base mensile, a causa dell’avvio dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature di cui l’indice NIC non tiene conto, e aumenta dello 0,9% su base annua (in aumento dal +0,5% di dicembre).

 

Il commento
A gennaio, secondo le stime preliminari, l’inflazione evidenzia un lieve rimbalzo, salendo allo 0,8% dallo 0,6% di dicembre 2023. La moderata accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi riflette l’andamento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, la cui flessione su base tendenziale risulta, a gennaio, attenuata a causa dell’effetto statistico dovuto allo sfavorevole confronto con gennaio 2023. Un contributo alla risalita dell’inflazione si deve inoltre al permanere di tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati, i cui effetti si manifestano anche sulla accelerazione del cosiddetto “carrello della spesa” (+5,4%). Infine, l’inflazione di fondo si attesta a gennaio al +2,8% (da +3,1% del mese precedente).

 

Clicca qui per scaricare un fac simile gratuito di lettera per richiesta di adeguamento del canone di affitto.


COMUNICATO STAMPA DATA DI PUBBLICAZIONE: 01 FEBBRAIO 2024

 

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Nel panorama della riforma fiscale italiana, la Legge 9 agosto 2023, n. 111, conosciuta come "Delega al Governo per la riforma fiscale", ha introdotto una rivoluzione nel modo in cui vengono affrontati i controlli fiscali nel paese. Al centro di questa trasformazione si trova il Regime di Adempimento Collaborativo, un innovativo approccio che mira a promuovere la collaborazione preventiva tra contribuenti e autorità fiscali.

1. Legge 111/2023: Una svolta significativa
La Legge n. 111/2023 rappresenta il fondamento del nuovo Regime di Adempimento Collaborativo. Questo strumento segna una svolta significativa nei tradizionali meccanismi di controllo fiscale, aprendo la strada a un approccio più collaborativo e trasparente.

2. Soggetti interessati:
Il Regime è riservato a contribuenti con un considerevole volume di affari o ricavi. La soglia di accesso varia nel tempo, con importi iniziali non inferiori a 750 milioni di euro a partire dal 2024. Questa restrizione dimensionale riflette la volontà di coinvolgere attivamente i grandi contribuenti nell'adozione di pratiche fiscali collaborative.

- A decorrere dal 2024 non inferiore a 750 milioni di euro;
- A decorrere dal 2026 non inferiore a 500 milioni di euro;
- A decorrere dal 2028 non inferiore a 100 milioni di euro.

3. Vantaggi del regime di adempimento collaborativo: Una collaborazione preventiva
L'adesione al Regime offre vantaggi sostanziali. La collaborazione costante e preventiva tra contribuenti e autorità fiscali diventa la chiave per valutare congiuntamente le situazioni a rischio fiscale. Questo approccio non solo aumenta il livello di certezza su questioni fiscali rilevanti ma consente anche ai contribuenti di gestire proattivamente le situazioni di incertezza attraverso un dialogo anticipato, compresa la possibilità di anticipare il controllo.

4. Novità del regime: Un cambiamento culturale e professionale
Cambiamento culturale: La riforma porta con sé un cambiamento culturale significativo, spostandosi da un approccio repressivo-punitivo a uno preventivo-collaborativo. Questo segnala una nuova era nella lotta all'evasione fiscale.
Limitazione controlli ex-post: La limitazione delle attività di controllo ex-post favorisce una valutazione concordata del reddito da dichiarare nel biennio successivo attraverso un dialogo preventivo con l'autorità fiscale.
Ruolo dei commercialisti: La riforma assegna ai commercialisti un ruolo centrale in questo nuovo contesto, sottolineando la necessità di un linguaggio comune e di una formazione continua per affrontare con successo il cambiamento.
Potenziamento del regime: Il Decreto Legislativo n. 221/2023 potenzia ulteriormente il Regime, accelerando la riduzione della soglia di accesso, aprendolo a società di gruppo e introducendo nuove forme di contraddittorio a favore dei contribuenti.


Complessivamente, il Regime di Adempimento Collaborativo rappresenta un nuovo paradigma fiscale italiano, promuovendo la collaborazione, la trasparenza reciproca e un approccio preventivo ai controlli fiscali. Questa riforma segna un passo importante verso un sistema fiscale più equo, efficiente e in linea con le esigenze dei contribuenti e dell'amministrazione fiscale.

 

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