Emissione di titoli di debito articolo 2483 Codice Civile
1. Se l'atto costitutivo lo prevede, la società può emettere titoli di debito. In tal caso l'atto costitutivo attribuisce la relativa competenza ai soci o agli amministratori determinando gli eventuali limiti, le modalità e le maggioranze necessarie per la decisione.
2. I titoli emessi ai sensi del precedente comma possono essere sottoscritti soltanto da investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale a norma delle leggi speciali. In caso di successiva circolazione dei titoli di debito, chi li trasferisce risponde della solvenza della società nei confronti degli acquirenti che non siano investitori professionali ovvero soci della società medesima.
3. La decisione di emissione dei titoli prevede le condizioni del prestito e le modalità del rimborso ed è iscritta a cura degli amministratori presso il registro delle imprese. Può altresì prevedere che, previo consenso della maggioranza dei possessori dei titoli, la società possa modificare tali condizioni e modalità.
4. Restano salve le disposizioni di leggi speciali relative a particolari categorie di società e alle riserve di attività.
Leggi tutto: Le srl possono emettere titoli di debito come le...
Il termine "business model" in italiano può essere tradotto come "modello di business" o "modello aziendale". Si riferisce alla struttura e al modo in cui un'azienda crea, fornisce e cattura valore per i suoi clienti, al fine di generare entrate e realizzare profitti.
Un business model descrive la logica e la strategia di come un'azienda opera, includendo elementi chiave come il suo segmento di clientela target, le offerte di prodotti o servizi, le fonti di ricavo, le attività chiave, le risorse necessarie, i canali di distribuzione, le relazioni con i clienti, i partner strategici e la struttura dei costi.
In sostanza, il business model definisce come un'azienda crea e cattura valore attraverso la sua proposta di valore unica, come raggiunge i clienti e come si differenzia dai concorrenti nel mercato. È il fondamento strategico su cui si basa l'organizzazione e guida le sue decisioni di business.
Ecco alcuni esempi di business model:
Modello di business basato sulle vendite al dettaglio: Un'azienda opera attraverso una rete di punti vendita fisici o un negozio online e guadagna ricavi vendendo prodotti direttamente ai consumatori. Ad esempio, un grande magazzino o un negozio di abbigliamento.
Modello di business basato sui servizi: Un'azienda offre servizi professionali o consulenze specializzate e genera ricavi fornendo expertise e competenze specifiche. Ad esempio, uno studio legale o una società di consulenza aziendale.
Modello di business basato sulla pubblicità: Un'azienda fornisce contenuti o servizi gratuiti ai consumatori e genera ricavi attraverso la pubblicità. Ad esempio, un motore di ricerca online o una piattaforma di social media.
Modello di business basato sul franchising: Un'azienda concede a imprenditori indipendenti il diritto di utilizzare il suo marchio, i suoi prodotti o il suo sistema operativo, in cambio di un canone o di una percentuale delle vendite. Ad esempio, una catena di ristoranti o un'azienda di servizi di pulizia.
Leggi tutto: Il business model come leva competitiva
Micro, piccola e media impresa (PMI) ecco quali sono limiti di dimensione e parametri previsti dalla normativa comunitaria. Si ricorda che rientrano nella definizione delle PMI, esclusivamente le imprese “Autonome”.
La Micro impresa è costituita da imprese che:
hanno meno di 10 occupati E;
hanno un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.
La Piccola impresa è costituita da imprese che:
hanno meno di 50 occupati E;
hanno un fatturato annuo O un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro.
La Media impresa è costituita da imprese che:
hanno meno di 250 occupati E;
hanno un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro.
Le imprese che non rientrano nelle sopra descritte categorie sono considerate grandi imprese.
I requisiti relativi al numero di dipendenti e al totale del fatturato, o al numero di dipendenti e al totale di bilancio, devono ambedue sussistere e sono cumulativi. È invece prevista l’alternatività tra i requisiti di fatturato e totale di bilancio.
Il criterio principale il numero degli occupati. Il numero dei dipendenti viene espresso in termini di ULA (unità lavorative anno) - ad esempio un lavoratore a tempo pieno per tutto l'anno è considerato 1 ULA; un dipendente part time, che lavora la metà del tempo di un lavoratore a tempo pieno conta 0,5 ULA. Si considerano dipendenti i lavoratori dell'impresa a tempo determinato o indeterminato, iscritti nel libro matricola dell'impresa e legati a forme contrattuali che prevedono il vincolo di dipendenza, fatta eccezione per quelli posti in cassa integrazione straordinaria. Non rientrano tra i dipendenti gli apprendisti con contratto di apprendistato e le persone con contratto di formazione o con contratto di inserimento
I criteri del fatturato annuo (voce A.1 del conto economico) e del totale di bilancio (totale dell’attivo patrimoniale) sono quelli dell’ultimo esercizio contabile approvato precedentemente la data di sottoscrizione della richiesta di agevolazione.
Per le imprese esonerate dalla tenuta della contabilità ordinaria e/o dalla redazione del bilancio le predette informazioni sono desunte, per quanto riguarda il fatturato dall’ultima dichiarazione dei redditi presentata e, per quanto riguarda l’attivo patrimoniale, sulla base del prospetto delle attività e delle passività redatto con i criteri di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1974 n. 689 ed in conformità agli articoli 2423 e seguenti del codice civile.
Il requisito dell'indipendenza
La classificazione prevede che l’impresa oltre al numero dei dipendenti e ai dati di fatturato e bilancio debba possedere anche il requisito di indipendenza.
Si considera “indipendente” l’impresa il cui capitale o diritti di voto non siano detenuti per più del 25% da una o più imprese non conformi alle definizioni di piccola e media impresa.
La quota del 25% può essere raggiunta o superata senza determinare la qualifica di associate qualora siano presenti le categorie di investitori di seguito elencate:
-società pubbliche di partecipazione, società di capitale di rischio, persone fisiche esercitanti regolare attività di investimento in capitale di rischio, persone fisiche o gruppi di persone fisiche esercitanti regolare attività di investimento in capitale di rischio che investono fondi propri in imprese non quotate a condizione che il totale investito da tali persone o gruppi di persone in una stessa impresa non superi 1.250.000 euro;
-università o centri di ricerca pubblici e privati senza scopo di lucro;
-investitori istituzionali, compresi i fondi di sviluppo regionale;
-enti pubblici locali, aventi un bilancio annuale inferiore a 10 milioni di euro e meno di 5.000 abitanti.
Qualora non sia rispettato il requisito di indipendenza al fine di determinare la dimensione aziendale è necessario sommare in proporzione o in toto il numero degli occupati e il fatturato o totale di bilancio delle imprese associate o collegate.
Imprese collegate
Sono considerate collegate le imprese fra le quali esiste una delle seguenti relazioni:
a) l’impresa in cui un’altra impresa dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria;
b) l’impresa in cui un’altra impresa dispone di voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria;
c) l’impresa su cui un’altra impresa ha il diritto, in virtu’ di un contratto o di una clausola statutaria, di esercitare un’influenza dominante, quando la legge applicabile consenta tali contratti o clausole;
d) le imprese in cui un’altra, in base ad accordi con altri soci, controlla da sola la maggioranza dei diritti di voto.
A definire i parametri di riferimento delle PMI è la Raccomandazione dell’Unione Europa n. 2003/361/CE.
La direttiva comunitaria è stata recepita dall’Italia con il Decreto Ministeriale 18 aprile 2005.
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Recupera la tua liquidità ottimizzando la gestione del magazzino (e degli acquisti) perchè il magazzino assorbe risorse finanziarie non solo per la sua consistenza ma anche per i costi correlati alla sua gestione.
Spesso entro in aziende che hanno problemi di liquidità e hanno un magazzino (stra)pieno.
Avere eccedenze di rimanenze comporta un immobilizzo di denaro, una serie di costi e dei dispendiosi rischi come ad esempio quelli dell’obsolescenza delle merci, del loro furto, dei rischi di distruzione e deprezzamento, tutte circostanze che hanno pesanti ripercussioni sulla liquidità aziendale e sugli utili.
L’obiettivo principale sarebbe invece quello di avere solo il giusto livello di rimanenze acquistata al giusto prezzo tecnicamente “scorta ottima minima”.
Ti voglio raccontare la storia di Fabio amministratore di una azienda commerciale della provincia di Siena. Fabio mi telefona una calda giornata di agosto e mi dice di aver quasi esaurito tutta la sua liquidità e che l’azienda sta iniziando ad avere reali problemi nel rispetto degli impegni anche di breve periodo.
Dopo un’accurata analisi effettuata con l’imprenditore e il suo reparto contabile si è constatato l'esistenza di un magazzino sproporzionato per il fatturato e per le reali esigenze dell'azienda che faceva registrare anche una lenta rotazione dello stesso. Sono poi emersi tutta una seri di errori nelle politiche di approvvigionamento attuate fino a quel momento.
Nonostante infatti una diminuzione del fatturato L'ufficio acquisti aveva continuato a rispettare il budget degli acquisti di inizio anno visto che nessuno lo aveva più modificato, aggiornato e monitorato il tutto per circa 360mila euro di liquidità congelata per merce che non si riusciva a vendere.
Per di più l’ufficio acquisti aveva anche comprato “male” perché continuava a rifornirsi dai soliti fornitori abituali che applicavano condizioni di acquisto sempre meno favorevoli rispetto al mercato e ai concorrenti tradendo il vecchio adagio che vuole che “il guadagno nelle aziende commerciali non si ha quando si vende ma quando si acquista”.
Risultavano poi finite nel dimenticatoio circa 240mila euro di merci ordinate l’anno precedente per un importante cliente coreano per un ordine che era poi saltato.
Il primo immediato intervento si è concentrato sull’aggiornare le procedure di rifornimento, il budget di acquisto, e di andare a cercare sul mercato le migliori condizioni di acquisto possibili.
Si è anche imposto il divieto di eseguire nuovi acquisti se non a fronte di ordini specifici di vendita.
Si è poi provveduto poi a buttare fuori i 600mila euro di merce dimenticata o non venduta svendendo con uno sconto del 50% che ha permesso all’azienda di recuperare un po’ di liquidità ma soprattutto ha permesso di sgombrare fisicamente il magazzino di tutta una serie di articoli fermi che perdevano di valore ogni giorno.
Si è deciso di dividere le merci in due grandi macrocategorie:
-articoli ad alta rotazione;
-articoli a bassa rotazione che vanno controllati settimanalmente.
Infine si è passati a calcolare:
-l'indice di rotazione di ogni prodotto;
-i tempi medi di approvvigionamento;
-determinare di ogni prodotto il livello minimo di scorta sotto il quale scattava l'ordine successivo al miglior prezzo di mercato.
Infine si è provveduto a dividere le merci in due grandi categorie:
-articoli ad alta rotazione
-articoli a bassa rotazione che andavano controllati settimanalmente, in quanto articoli fermi in magazzino
Tutti questi processi sono stati informatizzati ricorrendo a delle procedure software personalizzate che sono state acquistate beneficiando del credito di imposta del 50% previsto per l'acquisto di bene strumentali immateriali nuovi allegato B.
Nel giro di sei mesi – facendo tesoro degli errori passati e adottando la nuova politica di pianificazione, analisi, controllo, monitoraggio e gestione del magazzino, l'azienda ha efficientato il suo magazzino, aumentato la sua liquidità immediata e cominciato a guadagnare molto di più.
Visto che Fabio poi ci ha preso gusto a “guadagnare liquidità” dal suo importante magazzino, abbiamo preso contatti con una società fintech per trovare una soluzione che ci permetta di cartolarizzare parte del magazzino (inventory monetization), emettendo crediti trasferibili attraverso il modello della catena a blocchi (block chain) avvalendoci in buona sostanza di una nuova soluzione fintech già utilizzata soprattutto dalle imprese che producono beni come il Parmigiano Reggiano, che hanno lunghi tempi di stagionatura, oppure le Cantine di prestigiosi vini italiani.
Ma questo ve lo racconterò in una prossima puntata.
"La frase più pericolosa in assoluto è: Abbiamo sempre fatto così" - Grace Murray Hopper
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#ridurre il tempo di permanenza dei prodotti in magazzino, adottare sistemi di rotazione degli stock, monitorare la domanda dei clienti e razionalizzare i processi di acquisto.
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Francesco Cacchiarelli economista di impresa
Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989
Iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999
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Il concetto è chiaro: ridurre gli sprechi aziendali è sinonimo di guadagno garantito. Con oltre tre decenni di esperienza come commercialista ed economista d'impresa, ho notato che molte aziende stanno cercando disperatamente liquidità, spesso senza rendersi conto che questa risorsa preziosa è già presente in casa loro, solo che è intrappolata negli sprechi.
In realtà, qualsiasi attività aziendale può essere migliorata in modo relativamente rapido, il che porta a vantaggi immediati. Questi benefici includono la possibilità di evitare o ridurre:
Attività e movimentazioni prive di un reale valore.
Il tempo speso in movimentazioni di materiali non necessarie.
La necessità di rilavorare prodotti a causa di difetti.
Gli acquisti eccessivi di materiale.
La sovraproduzione.
Il tempo sprecato in attività superflue.
Lo spostamento di materiale quando non è necessario.
I reclami da parte dei clienti dovuti a ritardi nella consegna.
L'applicazione di penali.
Il pagamento di straordinari non previsti.
In breve, una riduzione degli sprechi - che coinvolge la fatica, i materiali e il tempo - si traduce in utili e liquidità incrementati. Questo è un passo fondamentale per rafforzare la redditività aziendale.
La lotta agli sprechi è la prima e più efficace azione che ogni impresa dovrebbe intraprendere per proteggere le proprie marginalità e, allo stesso tempo, generare ricchezza internamente, senza dover ricorrere a prestiti o finanziamenti esterni.
Una parabola illustra questa idea: Un giorno un agricoltore disse alla moglie: “domani andrò ad arare il campo ovest”.
Il mattino successivo uscì per lubrificare il trattore, ma gli mancava l’olio e andò al negozio a procurarselo. Per strada notò che non era stato dato da mangiare ai maiali. Si diresse verso il silos per prendere il granoturco.
La vide dei sacchi che gli ricordarono che c’era bisogno di mettere le patate a germogliare. Si avviò verso la buca delle patate e per strada scorse il deposito della legna e si ricordò che prima aveva promesso di portarne un po’ a casa.
Prima però doveva tagliarla e aveva lasciato l’accetta nel pollaio.
Andando a cercare l’accetta incontrò sua moglie che dava da mangiare alle galline e sorpresa lei gli chiese: “Hai già finito di arare?”
“Finito?” gridò l’agricoltore “Non ho nemmeno cominciato !"
Riduzione degli sprechi = guadagno garantito
Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli 09-04-2017
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Il tempo è denaro: Perché il timing è cruciale nelle decisioni aziendali
Perché a volte gli imprenditori sottovalutano i segnali delle crisi aziendali
Esistono diversi indicatori d'allarme che possono segnalare una potenziale crisi d'impresa. Monitorando attentamente questi segnali, è possibile intervenire tempestivamente per affrontare i problemi e prevenire il fallimento dell'azienda. Ecco alcuni indicatori da tenere sotto controllo:
Declino delle vendite: Una diminuzione significativa delle vendite può essere un segnale precoce di una possibile crisi. Monitora attentamente i dati sulle vendite e confrontali con le performance precedenti. Se noti un calo persistente o una flessione improvvisa, è importante indagare sulle cause e prendere provvedimenti.
Riduzione dei margini di profitto: Un deterioramento dei margini di profitto può indicare una crisi imminente. Se i costi aumentano più velocemente delle entrate o se i prezzi di vendita diminuiscono, potrebbe esserci un problema di redditività. Analizza i margini di profitto per capire se sono in linea con il settore o se richiedono un'azione correttiva.
Difficoltà nel recupero dei crediti: Se l'azienda sta avendo difficoltà nel recuperare i crediti dai clienti, potrebbe esserci un problema di liquidità. Monitora da vicino i tempi di pagamento dei clienti e la percentuale di crediti inesigibili. Se l'indebitamento aumenta o si accumulano crediti scaduti, è necessario prendere misure per migliorare il recupero dei crediti.
Aumento dei costi operativi: Un aumento significativo dei costi operativi, come i costi delle materie prime, i costi del lavoro o le spese generali, può mettere a rischio la redditività dell'azienda. Valuta attentamente l'andamento dei costi e identifica le aree in cui è possibile ridurre le spese o migliorare l'efficienza operativa.
Problemi di liquidità: La mancanza di liquidità può portare rapidamente a una crisi finanziaria. Monitora il flusso di cassa dell'azienda per assicurarti di avere fondi sufficienti per far fronte alle spese correnti e ai pagamenti. Se si verificano ritardi nei pagamenti ai fornitori o se si devono fare prestiti frequenti per coprire le spese, potrebbe esserci un problema di liquidità imminente.
Elevato livello di indebitamento: Un eccessivo livello di indebitamento può mettere a rischio la stabilità finanziaria dell'azienda. Monitora l'indebitamento totale e confrontalo con la capacità di generare entrate. Se l'azienda è gravemente indebitata o se i pagamenti degli interessi sono un onere significativo, potrebbe essere necessario rivalutare la struttura del debito.
Riduzione del valore degli asset: Una diminuzione del valore degli asset aziendali, come immobilizzazioni o investimenti, può indicare una crisi imminente. Presta attenzione a eventuali svalutazioni degli asset o a segnali di obsolescenza. Valuta attentamente l'effettivo valore degli asset e considera se è necessario apportare modifiche alla
Insoddisfazione dei clienti: Un aumento delle lamentele dei clienti, un calo della soddisfazione dei clienti o una perdita di clienti possono indicare problemi all'interno dell'azienda. Monitora attentamente il feedback dei clienti, analizza le cause delle lamentele e prendi provvedimenti per migliorare la qualità dei prodotti o servizi offerti.
Bassa produttività e peggioramento del clima aziendale: Se i dipendenti mostrano segni di scarsa produttività, scarsa motivazione o elevati tassi di turnover, potrebbe esserci un problema interno nell'azienda. Monitora l'efficienza del personale e valuta la soddisfazione e l'impegno dei dipendenti. Se ci sono segnali di un clima aziendale negativo, cerca di identificare le cause e prendi misure per migliorare l'ambiente di lavoro.
Problemi legali o regolatori: La presenza di controversie legali, multe o problemi di conformità normativa può indicare una potenziale crisi. Monitora attentamente gli aspetti legali e regolatori dell'azienda e adotta misure preventive per evitare problemi legali o regolatori.
Perdita di vantaggio competitivo: Se l'azienda perde quote di mercato o non riesce a tenere il passo con i competitor, potrebbe essere un segnale di una crisi imminente. Monitora attentamente l'andamento del mercato e valuta la posizione competitiva dell'azienda. Se la tua azienda sta perdendo competitività, considera strategie per riprendere slancio e adattarti alle dinamiche del mercato.
Problemi di gestione: Un'evidente mancanza di leadership, una cattiva gestione o una mancanza di una visione chiara possono portare all'emergere di una crisi. Valuta attentamente le dinamiche di gestione all'interno dell'azienda e fai eventuali cambiamenti o migliorie necessarie.
Riconoscere tempestivamente questi indicatori d'allarme e agire prontamente può aiutare a prevenire una crisi e a garantire la sopravvivenza e il successo dell'azienda.
Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli 10-09-2017
Ricorso abusivo al credito codice della crisi
I KPI per la verifica della continuità aziendale
Opportunità finanziarie e controllo di gestione
Verifica adeguati assetti PMI: perché e come farlo
Analisi Centrale dei Rischi opportunità per le aziende
Perché è importante conoscere il tuo merito creditizio
Analisi di sensitività per comprendere meglio l'azienda
Verifica adeguati assetti PMI obbligo di formalizzazione
Gli indici di bilancio da evidenziare nel rapporto banca impresa
La dichiarazione di adeguatezza degli assetti e il falso in bilancio
Ecco come l'indice DSCR può aiutare a prevenire la crisi d'impresa
Importanza del monitoraggio e controllo continuo degli adeguati assetti aziendali
L'importanza degli adeguati assetti aziendali per l'assunzione di decisioni consapevoli
I nuovi obblighi sull'adozione degli Adeguati Assetti Organizzativi Amministrativi e Contabili
Per le verifiche sugli adeguati assetti e sulla valutazione delle prospettive della continuità aziendale scrivici Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Francesco Cacchiarelli economista di impresa
Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989
Iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999
Il budget è uno strumento di pianificazione che consente ad un'azienda di stabilire obiettivi economici finanziari e monitorare la propria situazione nel tempo. In pratica, si tratta di un documento che indica le entrate e le uscite previste, i costi e i ricavi stimati per un determinato periodo, di solito annuale.
Ma perché è così importante per un'azienda avere un budget? Ecco alcune delle principali ragioni:
1. Prevedere e pianificare
Il budget aiuta un'azienda a prevedere e pianificare le proprie attività, permettendo di valutare se ci saranno abbastanza risorse per raggiungere gli obiettivi stabiliti. In questo modo, l'azienda può evitare di trovarsi improvvisamente senza fondi e organizzare le proprie attività in modo più efficace.
2. Monitorare le performance
Il budget consente di monitorare le performance finanziarie dell'azienda e verificare se i risultati sono in linea con le previsioni. In caso contrario, è possibile apportare le correzioni necessarie per evitare eventuali difficoltà future.
3. Identificare le priorità
Il budget aiuta a identificare le priorità dell'azienda, stabilendo quali attività richiedono maggiori risorse e quali sono meno importanti. In questo modo, l'azienda può concentrare i propri sforzi e le proprie risorse sui progetti che ritiene più importanti e strategici per il suo sviluppo.
4. Comunicare con gli stakeholder
Il budget è uno strumento utile per comunicare con gli stakeholder dell'azienda, come ad esempio i dipendenti, i fornitori, le banche e gli investitori. In questo modo, è possibile informare queste parti interessate sui piani finanziari dell'azienda e sui risultati attesi, creando maggiore trasparenza e fiducia.
5. Preparare il futuro
Il budget consente all'azienda di prepararsi per il futuro, stabilendo obiettivi a medio e lungo termine e mettendo in atto le strategie necessarie per raggiungerli. In questo modo, l'azienda può affrontare le sfide future con maggiore sicurezza e consapevolezza.
Come creare un budget
-Identifica le fonti di entrate: è importante sapere da dove provengono i guadagni dell'azienda e in che misura. Ad esempio, le entrate potrebbero provenire dalla vendita di prodotti o servizi, da investimenti o da sovvenzioni.
-Stabilisci i costi fissi: questi sono i costi che l'azienda deve affrontare ogni mese o ogni anno, indipendentemente dal volume di attività. Ad esempio, l'affitto, le utenze, le spese per il personale e le tasse.
-Calcola i costi variabili: questi sono i costi che variano in base all'attività dell'azienda. Ad esempio, i costi delle materie prime, delle forniture e dei materiali.
-Prevedi gli investimenti futuri: questo include l'acquisto di attrezzature, l'espansione dell'azienda o la formazione dei dipendenti.
-Determina le entrate attese: utilizzando le informazioni raccolte sui guadagni dell'azienda, calcola le entrate previste per il periodo di riferimento.
-Stabilisci le priorità: considera quali spese sono essenziali per il funzionamento dell'azienda e quali possono essere tagliate in caso di difficoltà finanziarie.
-Monitora e aggiorna il budget: il budget deve essere costantemente monitorato per verificare che le entrate e le spese siano in linea con le previsioni. In caso contrario, apporta le modifiche necessarie per mantenere l'azienda sulla giusta traiettoria.
-Utilizza il budget per prendere decisioni: il budget può aiutare l'azienda a prendere decisioni importanti, come l'acquisto di nuove attrezzature o l'assunzione di personale.
Il budget può essere utilizzato come bussola per guidare l'azienda verso il successo. Infatti, consente di pianificare gli investimenti e di valutare l'efficacia delle scelte aziendali. Inoltre, il budget permette di individuare le aree di inefficienza e di ridurre i costi superflui.
Un budget costantemente aggiornato aiuta inoltre a prevedere i ricavi di fine anno, le spese e i profitti futuri e a identificare le aree in cui è necessario migliorare le prestazioni. In questo modo, le aziende possono prendere decisioni informate sui loro investimenti, sull'assunzione di personale e sulla pianificazione delle attività. Inoltre, un budget può essere utilizzato come strumento di comunicazione con i dipendenti, i fornitori, gli investitori e le banche per far conoscere gli obiettivi dell'azienda e la sua strategia economico finanziaria.
Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli 14-06-2017
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Domanda: "Qual è il concetto di costo opportunità e come influisce sulle decisioni aziendali?"
Risposta: Il costo opportunità rappresenta il valore delle opportunità sacrificate quando si sceglie un'alternativa anziché un'altra. Nel contesto aziendale, ogni volta che un'azienda decide di impiegare le risorse in un modo specifico, essa rinuncia ai vantaggi potenziali delle alternative non scelte. Questo concetto è fondamentale poiché aiuta a valutare le scelte aziendali, confrontando i benefici previsti con i benefici delle alternative. I due slogan sopra richiamano l'importanza di valutare il costo opportunità per prendere decisioni consapevoli e massimizzare il valore delle risorse impiegate.
Nel mondo degli affari, ogni decisione presa da un'impresa comporta costi e benefici. Il concetto di costo opportunità è fondamentale per comprendere e valutare le scelte che un'azienda affronta nel perseguire i propri obiettivi. Esso rappresenta il valore delle opportunità perse quando si sceglie di impiegare le risorse in un modo specifico, a scapito delle alternative disponibili. In questo articolo, esploreremo il concetto di costo opportunità e il suo impatto sulla gestione aziendale.
Definizione del costo opportunità:
Il costo opportunità si riferisce al valore delle migliori opportunità che un'azienda rinuncia quando prende una decisione specifica. Ogni volta che un'impresa decide di utilizzare le sue risorse in un modo particolare, essa sacrifica le alternative potenziali che avrebbero potuto generare vantaggi economici o di altro tipo. Pertanto, il costo opportunità rappresenta il costo implicito di tale scelta.
Esempio:
Per comprendere meglio il concetto di costo opportunità, prendiamo in considerazione un'azienda manifatturiera che deve decidere se investire in una nuova macchina o in un progetto di ricerca e sviluppo. Se l'azienda decide di acquistare la macchina, il costo opportunità sarà rappresentato dai benefici che avrebbe potuto ottenere attraverso il progetto di ricerca e sviluppo. Viceversa, se sceglie di investire nel progetto di ricerca e sviluppo, il costo opportunità sarà dato dai vantaggi che avrebbe potuto ottenere tramite l'acquisto della macchina.
Impatto sulla gestione aziendale:
Il costo opportunità ha un impatto significativo sulla gestione aziendale poiché consente di valutare e confrontare le alternative disponibili prima di prendere una decisione. Le aziende devono considerare attentamente i costi opportunità per massimizzare i benefici derivanti dall'impiego delle risorse limitate a loro disposizione.
Per valutare il costo opportunità, è necessario confrontare i benefici attesi di un'opportunità con i benefici attesi dell'alternativa migliore. Questo aiuta a determinare quale scelta genererà un vantaggio maggiore per l'azienda. Se i benefici previsti superano i costi opportunità, l'azienda potrebbe prendere la decisione che massimizza il valore complessivo.
"Massimizza il valore delle tue scelte: valuta il costo opportunità!"
"Fai scelte consapevoli: considera il costo opportunità!"
"Sfrutta al massimo le tue risorse: calcola il costo opportunità!"
Considerazioni:
Il concetto di costo opportunità sottolinea l'importanza di prendere decisioni ponderate e informate nell'ambito della gestione aziendale. Ogni volta che un'azienda opta per un percorso specifico, deve essere consapevole delle alternative che viene a sacrificare. Valutare attentamente i costi opportunità consente alle imprese di massimizzare l'utilizzo delle proprie risorse e di conseguire i propri obiettivi in modo efficiente ed efficace.
Il concetto di costo opportunità è un elemento cruciale per una corretta gestione aziendale. Comprendere e valutare attentamente il costo opportunità consente alle imprese di prendere decisioni più consapevoli, basate su una valutazione completa dei vantaggi e dei sacrifici associati a ciascuna scelta. Ciò permette di massimizzare l'utilizzo delle risorse limitate e di ottenere il massimo valore possibile.
È importante notare che il costo opportunità può essere espresso in termini monetari o non monetari. Ad esempio, nel caso di un'azienda che decide di inviare i propri dipendenti a una conferenza anziché utilizzare quegli stessi soldi per investire in nuove attrezzature, il costo opportunità potrebbe essere rappresentato sia dal valore delle attrezzature non acquisite che dalle opportunità di networking e apprendimento perse durante la conferenza.
Inoltre, il concetto di costo opportunità può essere applicato a diversi aspetti della gestione aziendale, come l'allocazione delle risorse finanziarie, umane e temporali. Ad esempio, quando un'azienda decide di utilizzare il proprio budget per una campagna pubblicitaria anziché per un miglioramento dei processi interni, il costo opportunità sarà rappresentato dai potenziali benefici che avrebbero potuto derivare dall'ottimizzazione dei processi.
È fondamentale che le aziende considerino i costi opportunità nel contesto del proprio obiettivo aziendale a lungo termine. Le decisioni prese sulla base di una valutazione accurata dei costi e dei benefici delle alternative disponibili possono contribuire a garantire la sostenibilità e il successo a lungo termine dell'impresa.
Concludendo, il concetto di costo opportunità è essenziale per una gestione aziendale efficace. Le imprese devono essere consapevoli delle opportunità che rinunciano quando scelgono un determinato percorso e devono valutare attentamente i benefici attesi rispetto ai costi opportunità associati a ciascuna decisione. Questo approccio consente di massimizzare il valore complessivo delle risorse impiegate e di conseguire gli obiettivi aziendali in modo ottimale.
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