Servizi di analisi e gestione del Cash Flow per audit semestrale ex D.lgs. 14/2019, "Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza"
1. Progettazione del Cash Flow:
Analisi delle esigenze aziendali
Progettazione di un sistema di cash flow personalizzato
Integrazione con i sistemi contabili esistenti
2. Monitoraggio e reportistica dei Flussi di Cassa:
Analisi dettagliata e monitoraggio costante dei flussi di cassa.
Fornitura report personalizzati per una visione chiara della situazione finanziaria.
3. Previsioni del Cash Flow:
Esecuzione di previsioni del cash flow a breve e medio termine.
Inserimento nel cash flow previsionale delle scadenze fiscali italiane.
Creazione di diversi scenari di previsione per anticipare situazioni critiche.
4.Gestione delle variazioni IVA:
Riconoscere la componente patrimoniale generatrice di flussi di cassa.
Valutare l'impatto della variazione IVA sul cash flow.
5. Gestione delle relazioni bancarie:
Supporto nella gestione delle relazioni con le banche.
Miglioramento dell'attività di negoziazione con le istituzioni finanziarie.
6.Audit semestrale sugli adeguati assetti finanziari:
Predisposizione di un audit semestrale dettagliata sugli assetti finanziari dell'azienda per il mantenimento della solidità aziendale.
7. Calcolo annuale dei seguenti specifici indicatori di early warning:
-Patrimonio netto: se negativo, indica una situazione di piena crisi;
-DSCR previsionale a 6 mesi: è un Indicatore predittivo in quanto indica la sostenibilità dei debiti almeno per i 6 mesi successivi
-Rapporto Oneri finanziari / ricavi
-Rapporto Patrimonio netto / mezzi di terzi
-Rapporto Attivo a breve/Passivo a breve
-Rapporto Cash flow/attivo
8. Determinazione Rendiconto finanziario trimestrale metodo indiretto
Benefici:
Tutela degli amministratori attraverso un quadro finanziario chiaro e costante.
Ottimizzazione delle risorse finanziarie e gestione efficiente della tesoreria.
Identificazione tempestiva di potenziali rischi finanziari e adozione di misure preventive.
Conformità normativa con il Codice della Crisi e altri requisiti legislativi relativi ai flussi finanziari.
Per discutere ulteriormente di come possiamo migliorare la vostra gestione finanziaria, non esitate a contattarci all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Restiamo a vostra disposizione per un incontro e per rispondere a ogni vostra domanda.
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8 strategie pratiche per INCREMENTARE la liquidità aziendale SENZA ricorrere alle banche
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No Business Plan, No Fido
Il valore di un buon consiglio
Check-list operativa adeguati assetti
Pagare meno imposte con il Patent Box
La lettura strategica del bilancio per l'imprenditore
Analisi Centrale dei Rischi opportunità per le aziende
Aumento del fatturato: il ruolo vitale di margine e incasso
Audit volontaria per l'Adeguatezza dei tuoi Assetti Aziendali
Servizi analisi e gestione del Cash Flow per audit Codice Crisi
Trova alternative ai prestiti bancari ottimizzando il tuo magazzino
Evita Perdite Costose: Investi nel Controllo Aziendale Personalizzato
Analisi di bilancio per indici – l'indice di rotazione del magazzino.
L'indice di rotazione del magazzino (inventory turnover) indica il numero di volte in cui le rimanenze si sono rinnovate (o hanno ruotato) all'interno del magazzino nell’arco di un anno, di un mese ecc.
Comunemente l'indice di rotazione del magazzino si calcola con la seguente formula: Vendite / Rimanenze
Ad esempio 1.000.000 di vendite su un magazzino di 200.000 sviluppa un indice pari a 5 che significa che le rimanenze di prodotto sono ruotate cinque volte in un anno.
Se le rimanenze fossero state 100.000 allora tale indice sarebbe stato (1.000.000 / 100.000) = 10
Un elevato numero dell'indice di rotazione significa che le scorte ruotano molte volte (o velocemente); un indice di rotazione basso, significa invece che le scorte rimangono più "ferme" o ruotano più lentamente e tengono bloccata più liquidità e nascondo un elevato rischio di obsoloscenza.
La formula invece per calcolare l'indice di giacenza media è:
GG di giacenza media in magazzino = 365 / Indice di rotazione
Riprendendo il primo esempio i gg di giacenza media sarebbero stati pari a (365/5) = 73 giorni
Nel secondo caso avremmo avuto (365/10) 37,5 giorni di giacenza media (attenzione il tempo è denaro)
Ovviamente possiamo calcolare anche la rotazione di un determinato prodotto all'interno del magazzino.
Possibili utilizzi gestionali dell'indice di rotazione di magazzino.
Ad esempio se chi organizza/gestisce gli spazi del magazzino è in grado di conoscere le rotazioni di ogni prodotto, potrà decidere di allocare nel magazzino i materiali in maniera tale da minimizzare gli spostamenti per i prelievi, seguendo una banale regola:
> materiali con alta rotazione → stoccati in aree facilmente accessibili e più vicine
> materiali con bassa rotazione → stoccati nelle rimanenti aree
Possiamo poi:
Misurare l'efficacia della gestione delle scorte
Ottimizzare gli spazi
Fara un calcolo previsionale volumi/costi
Controllare l'evoluzione del processo determinato in un arco di tempo preciso
Pianificare più efficacemente l'approvvigionamento
Calcolare KPI Logistici che hanno lo scopo di migliorare la produttività, ottimizzare i costi e aumentare la qualità del servizio
Risparmiare soldi
Evitare sprechi
La gestione del magazzino diventa una costante ricerca di un equilibrio tra desideri ed esigenze diverse:
-i reparti di produzione e vendite che vorrebbero disporre di scorte abbondanti;
-l’area finanza e controllo che vorrebbe limitare l’immobilizzo di risorse finanziarie.
Le rimanenze nel corso dell'anno N+1 sono cresciute del 10% rispetto all'anno N.
Questa crescita è ragionevole? Per poter dare una risposta alla domanda è opportuno verificare se il tasso d’incremento delle rimanenze sia superiore, in linea o inferiore rispetto a quello del fatturato.
Se a fronte di un fatturato a crescita zero si verifica una crescita delle rimanenze in percentuale significativa l’investitore accorto dovrebbe porgersi le seguenti domande:
Perché la società ha prodotto più articoli a fronte di una domanda stabile?
E’ previsto, per caso, il lancio di uno o più prodotti che giustificano un aumento delle scorte?
Forse il management ha fatto una previsione errata delle vendite?
La società ha difficoltà a collocare i propri prodotti sul mercato?
Per migliorare l'indice di rotazione di magazzino puoi seguire questi passi:
Analizza la domanda e il comportamento di acquisto dei clienti: Studia le tendenze di vendita, i modelli di acquisto e le preferenze dei clienti per identificare i prodotti che si vendono più rapidamente e quelli che hanno una rotazione più lenta. Concentrati sui prodotti ad alto volume di vendita per massimizzare la rotazione.
Rivedi e ottimizza l'assortimento dei prodotti: Esamina l'assortimento dei prodotti nel tuo magazzino. Rimuovi i prodotti obsoleti o a bassa richiesta e concentrati su quelli che hanno una domanda più elevata. Mantieni un equilibrio tra la varietà di prodotti offerti e la loro rotazione.
Implementa una gestione efficiente delle scorte: Adotta una gestione delle scorte basata su previsioni accurate e sulla domanda effettiva dei clienti. Utilizza metodi di previsione e strumenti di gestione delle scorte per ottimizzare il riordino dei prodotti in modo da evitare scorte eccessive o scorte insufficienti.
Migliora i processi di approvvigionamento: Rivedi i processi di approvvigionamento e lavora in stretta collaborazione con i fornitori per ridurre i tempi di consegna e assicurarti che i prodotti siano disponibili quando necessario. Negozia accordi con i fornitori per migliorare la flessibilità e l'affidabilità della catena di approvvigionamento.
Implementa strategie di pricing dinamico: Utilizza strategie di pricing dinamico per stimolare la domanda e aumentare le vendite dei prodotti a rotazione lenta. Ad esempio, puoi offrire sconti o promozioni temporanee per incentivare gli acquisti e ridurre la quantità di prodotti in magazzino.
Monitora e riduci le perdite e gli sprechi: Identifica le cause delle perdite o degli sprechi nel magazzino e prendi misure per ridurli. Ciò può includere l'implementazione di controlli di inventario regolari, la gestione delle date di scadenza dei prodotti e la prevenzione delle rotture di magazzino.
Investi nella formazione e nello sviluppo del personale: Assicurati che il personale addetto al magazzino abbia la formazione e le competenze necessarie per gestire in modo efficiente le operazioni di magazzino. Fornisci formazione sulle migliori pratiche di gestione delle scorte, sull'uso di strumenti di gestione degli inventari e sulla gestione dei processi di approvvigionamento.
Utilizza tecnologie avanzate: Esplora l'adozione di tecnologie avanzate come sistemi di gestione degli inventari automatizzati, codici a barre, RFID e soluzioni software per ottimizzare la gestione del magazzino, migliorare la precisione dell'inventario e accelerare i processi di riordino.
Misura e monitora i progressi: Utilizza gli indicatori di performance chiave (KPI) per misurare e monitorare i progressi nel miglioramento dell'indice di rotazione di magazzino. Alcuni KPI utili potrebbero includere l'indice di rotazione delle scorte, il tasso di riempimento del magazzino, l'accuratezza dell'inventario e il tempo di riordino dei prodotti. Assicurati di rivedere regolarmente questi KPI per valutare l'efficacia delle strategie implementate e apportare eventuali correzioni o miglioramenti.
Collabora con i dipartimenti correlati: L'ottimizzazione della rotazione di magazzino coinvolge spesso diversi dipartimenti all'interno dell'azienda, come il reparto vendite, il reparto acquisti e il reparto logistica. Assicurati di collaborare attivamente con questi dipartimenti, condividere informazioni e lavorare insieme per identificare opportunità di miglioramento e implementare soluzioni efficaci.
Adatta la strategia alle esigenze dell'azienda: Ogni azienda ha esigenze e caratteristiche uniche. Adatta la strategia per migliorare l'indice di rotazione di magazzino alle specifiche esigenze dell'azienda. Ciò potrebbe richiedere un'analisi approfondita del mercato, un focus specifico su determinati prodotti o segmenti di clientela, o l'implementazione di soluzioni personalizzate in base alle esigenze aziendali.
Monitora le tendenze di mercato: Rimani aggiornato sulle tendenze di mercato e sull'evoluzione dei comportamenti di acquisto dei clienti. Le preferenze dei clienti e le dinamiche di mercato possono cambiare nel tempo, quindi è importante adattare la strategia di gestione delle scorte in base a queste tendenze per massimizzare l'efficacia dell'indice di rotazione di magazzino.
Ricorda che l'ottimizzazione dell'indice di rotazione di magazzino è un processo continuo. È importante monitorare costantemente i risultati, identificare gli ostacoli e apportare aggiustamenti per migliorare l'efficienza e massimizzare i profitti aziendali.
Imprenditore, SEI SICURO che per aumentare la liquidità aziendale devi necessariamente rivolgerti alle banche? Scarica il nostro MANUALE GRATUITO e scopri: “Le 8 strategie pratiche per INCREMENTARE la liquidità aziendale SENZA ricorrere alle banche.” (Ignorate dalla maggior parte degli imprenditori)
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Francesco Cacchiarelli economista di impresa
Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989
Iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999
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L'adeguamento degli assetti aziendali da obbligo a opportunità
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Trasforma la tua azienda con noi: Storie di successo costruite su misura
Perché a volte gli imprenditori sottovalutano i segnali delle crisi aziendali
Una visita alla ricerca di soluzioni: Analisi delle principali criticità aziendali
Gasolio agricolo e credito imposta carburanti. Con l’articolo 18 del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21 è stato previsto uno specifico credito di imposta carburanti - destinato ai mezzi agricoli - per compensare una parte dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l'acquisto di gasolio e benzina per la trazione dei mezzi utilizzati per l'esercizio dell'attività d'impresa, pari 20% della spesa sostenuta per l'acquisto del carburante effettuato nel primo trimestre 2022, comprovato mediante le relative fatture d'acquisto, al netto dell'imposta sul valore aggiunto.
Attenzione: anche i beneficiari del credito gasolio agricolo riservato alle imprese esercenti l'attività agricola e della pesca per l’acquisto di carburante - per il terzo e il quarto trimestre 2022 - debbano inviare entro il 16 marzo 2023 la comunicazione dell’importo del credito maturato nel 2022, a pena di decadenza dal diritto alla fruizione del credito residuo - Agenzia Entrate Provvedimento n. 56785 del 01 marzo 2023. La comunicazione non deve essere inviata nel caso in cui il beneficiario abbia già interamente utilizzato il credito maturato in compensazione tramite modello F24 o ceduto a terzi.
Codice tributo 6972 Credito d’imposta per l’acquisto di carburanti per l’esercizio dell’attività agricola e della pesca (terzo trimestre 2022) da utilizzare entro il 30 giugno 2023.
Codice tributo 6987 Credito d’imposta per l’acquisto di carburanti per l’esercizio dell’attività agricola e della pesca (quarto trimestre 2022) da utilizzare entro il 30 giugno 2023.
Leggi tutto: Gasolio agricolo e credito imposta anno 2022
Come presentarsi in banca più preparati e in linea con le nuove norme della Crisi di impresa e delle linee guida EBA
Soluzioni e servizi per rispondere alle nuove linee guida ESG e EBA e alla Legge sulla Crisi d'Impresa con un approccio forward looking dove la pianificazione finanziaria risulta essere punto centrale in azienda.
RISCHI MONITORATI = DENARI SALVAGUARDATI
Corollario: NO adeguati assetti NO fido.
Oggi Le Banche devono valutare il merito creditizio non più sulle garanzie prestate dall’impresa ma solo considerando i business plan, il budget, il cash flow e documenti in ottica previsionale affidabili e comprovati che le imprese dovranno presentare.
Scopri come preparare la tua azienda alle nuove linee guida bancarie dell'EBA. Contattaci ora all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per consulenze personalizzate e assicurati di mantenere la bancabilità della tua azienda !!
Per presentarsi con le carte in regola in banca, l'imprenditore dovrebbe in primo luogo assicurarsi di avere una documentazione contabile e fiscale aggiornata e completa. In particolare, dovrebbe avere a disposizione un bilancio d'esercizio, la dichiarazione dei redditi e eventualmente anche un "fascicolo di merito creditizio" validato da terzi.
In secondo luogo, l'imprenditore dovrebbe dimostrare di avere un adeguato controllo di gestione dell'azienda, attraverso l'utilizzo di strumenti di pianificazione e controllo come budget, business plan, reportistica periodica, analisi della propria centrale rischi bancaria e analisi dei costi.
Inoltre, sarebbe importante che l'imprenditore abbia una visione chiara della propria attività e degli obiettivi di sviluppo, dimostrando di avere un'ottica forward-looking. In questo modo, potrebbe presentarsi in banca con un piano di sviluppo concreto e realistico, basato su analisi di mercato e di trend del settore di riferimento.
Infine, l'imprenditore dovrebbe dimostrare di avere una buona reputazione, sia personale che aziendale, cercando di mantenere relazioni trasparenti e di lungo termine con i fornitori, i dipendenti e gli eventuali stakeholder dell'azienda. In questo modo, potrebbe acquisire una maggiore credibilità agli occhi della banca e migliorare le proprie possibilità di ottenere credito e finanziamenti.
Il panorama delle relazioni tra le imprese e le banche sta subendo una significativa trasformazione. Questo cambiamento è guidato dalle nuove Linee Guida dell'Autorità Bancaria Europea (EBA), che pongono maggiore enfasi sulla valutazione del merito creditizio basata su criteri più rigorosi e forward-looking, nonché sull'integrazione dei fattori ESG (Ambientali, Sociali e di Governance). In questo contesto, il ruolo degli "adeguati assetti" aziendali emerge come fondamentale per il successo delle imprese nel garantirsi accesso al credito e per la creazione di un nuovo tipo di rapporto con le istituzioni finanziarie.
Assetti Organizzativi Adeguati: La Chiave per l'accesso al credito
Un elemento chiave di questa nuova dinamica è l'importanza degli "adeguati assetti" aziendali. Questo concetto comprende una struttura organizzativa, amministrativa e contabile solida e trasparente. L'articolo 2086 del Codice Civile italiano sottolinea l'obbligo per le imprese di istituire un assetto organizzativo adeguato alla natura e alle dimensioni dell'azienda. Questo diventa cruciale per rispettare le nuove normative e garantire una gestione finanziaria efficace.
Le nuove Linee Guida dell'EBA stanno ridefinendo il rapporto tra banche e imprese. Gli "adeguati assetti" aziendali diventano fondamentali per ottenere l'accesso al credito e per pianificare la crescita aziendale in modo sostenibile. Il cambiamento culturale e operativo richiesto alle aziende è una sfida, ma anche un'opportunità per creare imprese finanziariamente solide e responsabili. In un mondo finanziario sempre più complesso e orientato al futuro, l'adattamento diventa cruciale per il successo a lungo termine delle imprese.
Come presentarsi in banca più preparati e in linea con le nuove norme della Crisi di impresa e delle linee guida EBA
Per presentarsi con le carte in regola in banca, l'imprenditore dovrebbe in primo luogo assicurarsi di avere una documentazione contabile e fiscale aggiornata e completa. In particolare, dovrebbe avere a disposizione un bilancio d'esercizio, la dichiarazione dei redditi e eventualmente anche un "fascicolo di merito creditizio" validato da terzi.
In secondo luogo, l'imprenditore dovrebbe dimostrare di avere un adeguato controllo di gestione dell'azienda, attraverso l'utilizzo di strumenti di pianificazione e controllo come budget, business plan, reportistica periodica, analisi della propria centrale rischi bancaria e analisi dei costi.
Inoltre, sarebbe importante che l'imprenditore abbia una visione chiara della propria attività e degli obiettivi di sviluppo, dimostrando di avere un'ottica forward-looking. In questo modo, potrebbe presentarsi in banca con un piano di sviluppo concreto e realistico, basato su analisi di mercato e di trend del settore di riferimento.
Infine, l'imprenditore dovrebbe dimostrare di avere una buona reputazione, sia personale che aziendale, cercando di mantenere relazioni trasparenti e di lungo termine con i fornitori, i dipendenti e gli eventuali stakeholder dell'azienda. In questo modo, potrebbe acquisire una maggiore credibilità agli occhi della banca e migliorare le proprie possibilità di ottenere credito e finanziamenti.
In conclusione, il cambiamento delle dinamiche tra le imprese e le banche, guidato dalle nuove normative e linee guida dell'EBA, richiede un approccio più preparato e in linea con le esigenze del mercato finanziario. Investire in adeguati assetti aziendali, documentazione completa e una prospettiva forward-looking è essenziale per ottenere accesso al credito e pianificare una crescita sostenibile. Le aziende che abbracciano questi principi saranno meglio posizionate per affrontare le sfide del futuro finanziario.
Per ulteriori dettagli su come presentarsi in banca preparati e in linea con le nuove norme sulla crisi di impresa e le linee guida dell'EBA, vi invitiamo a contattarci all'indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Siamo qui per fornire ulteriori informazioni e assistenza in base alle vostre specifiche esigenze finanziarie.
Se sei un imprenditore e ti chiedi perché la tua azienda fa fatturato (o addirittura utili) ma alla fine dell’anno non rimangono soldi sul conto, la soluzione NON è andare in banca ed incrementare il tuo debito.
Spesso ci interfacciamo con imprenditori che si rivolgono a noi per richiedere un finanziamento in banca, ma che in realtà riuscirebbero ad incrementare la liquidità di cui hanno bisogno semplicemente lavorando sui processi della loro azienda!
Per questo motivo abbiamo deciso di realizzare una guida gratuita dove presentiamo 8 strategie pratiche per incrementare la liquidità aziendale SENZA ricorrere al sistema bancario tradizionale (Strategie ignorate dal 90% degli imprenditori).
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Attento imprenditore
Opportunità adeguati assetti
La posizione finanziaria netta PFN
Cos’è il Rating ESG o Rating di sostenibilità
Ricorso abusivo al credito e codice della crisi
Fascicolo aziendale merito creditizio EBA2086
Gli indicatori della crisi di impresa da monitorare
Il rating advisor per il nuovo rapporto banca impresa
La rivoluzione in atto nei rapporti con il sistema bancario
Controllo di gestione per migliorare i risultati del tuo business
L'adeguamento degli assetti aziendali da obbligo a opportunità
L'art.2086 e i nuovi obblighi degli imprenditori e degli amministratori
Nuovo visto di conformità dell'informativa finanziaria aziendale EBA2086
Una visita alla ricerca di soluzioni: Analisi delle principali criticità aziendali
No Business Plan, No Fido: Perché le Banche ora lo ritengono obbligatorio
Francesco Cacchiarelli economista di impresa
Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989
Iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999
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Controllo di gestione, commercialista aziendalista, consulenza organizzativa, consulenza contratto di rete, consulenza PMI, consulente strategico aziendale, valutazione delle performance aziendali, consulenza tesoreria aziendale, gestione della complessità, problem solving, pensiero critico, flessibilità cognitiva, formazione 4.0, ricerca & sviluppo, Temporary CFO, finanzia di impresa, advisor indipendenti, soft power, industrie culturali e creative, economia arancione, organizzazione aziendale, pianificazione strategica, decision making, modelli di sviluppo, innovazione, Start PMI Istant Book, agenti del cambiamento, age management, valore azienda, process mananagement, cultura di impresa, cultura aziendale, formazione aziendale, formazione finanziata, controller, audit risk, crisi di impresa, rating advisor, perdita della continuità aziendale, EBA 2086, revisore, rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa, adeguati assetti organizzativi amministrativi e contabili, compliance aziendale, due diligence, simulazione forward looking, monitoraggio degli indicatori della crisi, early warning, financial reporting, internal audit, business analyst, business plan, Temporary CFO, merito creditizio, metodo EBA 2086, implementazione controllo di gestione, formazione sul controllo di gestione, budget e controllo scostamenti, pianificazione finanziaria, analisi bilancio e rating,
Emissione di titoli di debito articolo 2483 Codice Civile
1. Se l'atto costitutivo lo prevede, la società può emettere titoli di debito. In tal caso l'atto costitutivo attribuisce la relativa competenza ai soci o agli amministratori determinando gli eventuali limiti, le modalità e le maggioranze necessarie per la decisione.
2. I titoli emessi ai sensi del precedente comma possono essere sottoscritti soltanto da investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale a norma delle leggi speciali. In caso di successiva circolazione dei titoli di debito, chi li trasferisce risponde della solvenza della società nei confronti degli acquirenti che non siano investitori professionali ovvero soci della società medesima.
3. La decisione di emissione dei titoli prevede le condizioni del prestito e le modalità del rimborso ed è iscritta a cura degli amministratori presso il registro delle imprese. Può altresì prevedere che, previo consenso della maggioranza dei possessori dei titoli, la società possa modificare tali condizioni e modalità.
4. Restano salve le disposizioni di leggi speciali relative a particolari categorie di società e alle riserve di attività.
Leggi tutto: Le srl possono emettere titoli di debito come le...
Il termine "business model" in italiano può essere tradotto come "modello di business" o "modello aziendale". Si riferisce alla struttura e al modo in cui un'azienda crea, fornisce e cattura valore per i suoi clienti, al fine di generare entrate e realizzare profitti.
Un business model descrive la logica e la strategia di come un'azienda opera, includendo elementi chiave come il suo segmento di clientela target, le offerte di prodotti o servizi, le fonti di ricavo, le attività chiave, le risorse necessarie, i canali di distribuzione, le relazioni con i clienti, i partner strategici e la struttura dei costi.
In sostanza, il business model definisce come un'azienda crea e cattura valore attraverso la sua proposta di valore unica, come raggiunge i clienti e come si differenzia dai concorrenti nel mercato. È il fondamento strategico su cui si basa l'organizzazione e guida le sue decisioni di business.
Ecco alcuni esempi di business model:
Modello di business basato sulle vendite al dettaglio: Un'azienda opera attraverso una rete di punti vendita fisici o un negozio online e guadagna ricavi vendendo prodotti direttamente ai consumatori. Ad esempio, un grande magazzino o un negozio di abbigliamento.
Modello di business basato sui servizi: Un'azienda offre servizi professionali o consulenze specializzate e genera ricavi fornendo expertise e competenze specifiche. Ad esempio, uno studio legale o una società di consulenza aziendale.
Modello di business basato sulla pubblicità: Un'azienda fornisce contenuti o servizi gratuiti ai consumatori e genera ricavi attraverso la pubblicità. Ad esempio, un motore di ricerca online o una piattaforma di social media.
Modello di business basato sul franchising: Un'azienda concede a imprenditori indipendenti il diritto di utilizzare il suo marchio, i suoi prodotti o il suo sistema operativo, in cambio di un canone o di una percentuale delle vendite. Ad esempio, una catena di ristoranti o un'azienda di servizi di pulizia.
Leggi tutto: Il business model come leva competitiva
Micro, piccola e media impresa (PMI) ecco quali sono limiti di dimensione e parametri previsti dalla normativa comunitaria. Si ricorda che rientrano nella definizione delle PMI, esclusivamente le imprese “Autonome”.
La Micro impresa è costituita da imprese che:
hanno meno di 10 occupati E;
hanno un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.
La Piccola impresa è costituita da imprese che:
hanno meno di 50 occupati E;
hanno un fatturato annuo O un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro.
La Media impresa è costituita da imprese che:
hanno meno di 250 occupati E;
hanno un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro.
Le imprese che non rientrano nelle sopra descritte categorie sono considerate grandi imprese.
I requisiti relativi al numero di dipendenti e al totale del fatturato, o al numero di dipendenti e al totale di bilancio, devono ambedue sussistere e sono cumulativi. È invece prevista l’alternatività tra i requisiti di fatturato e totale di bilancio.
Il criterio principale il numero degli occupati. Il numero dei dipendenti viene espresso in termini di ULA (unità lavorative anno) - ad esempio un lavoratore a tempo pieno per tutto l'anno è considerato 1 ULA; un dipendente part time, che lavora la metà del tempo di un lavoratore a tempo pieno conta 0,5 ULA. Si considerano dipendenti i lavoratori dell'impresa a tempo determinato o indeterminato, iscritti nel libro matricola dell'impresa e legati a forme contrattuali che prevedono il vincolo di dipendenza, fatta eccezione per quelli posti in cassa integrazione straordinaria. Non rientrano tra i dipendenti gli apprendisti con contratto di apprendistato e le persone con contratto di formazione o con contratto di inserimento
I criteri del fatturato annuo (voce A.1 del conto economico) e del totale di bilancio (totale dell’attivo patrimoniale) sono quelli dell’ultimo esercizio contabile approvato precedentemente la data di sottoscrizione della richiesta di agevolazione.
Per le imprese esonerate dalla tenuta della contabilità ordinaria e/o dalla redazione del bilancio le predette informazioni sono desunte, per quanto riguarda il fatturato dall’ultima dichiarazione dei redditi presentata e, per quanto riguarda l’attivo patrimoniale, sulla base del prospetto delle attività e delle passività redatto con i criteri di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1974 n. 689 ed in conformità agli articoli 2423 e seguenti del codice civile.
Il requisito dell'indipendenza
La classificazione prevede che l’impresa oltre al numero dei dipendenti e ai dati di fatturato e bilancio debba possedere anche il requisito di indipendenza.
Si considera “indipendente” l’impresa il cui capitale o diritti di voto non siano detenuti per più del 25% da una o più imprese non conformi alle definizioni di piccola e media impresa.
La quota del 25% può essere raggiunta o superata senza determinare la qualifica di associate qualora siano presenti le categorie di investitori di seguito elencate:
-società pubbliche di partecipazione, società di capitale di rischio, persone fisiche esercitanti regolare attività di investimento in capitale di rischio, persone fisiche o gruppi di persone fisiche esercitanti regolare attività di investimento in capitale di rischio che investono fondi propri in imprese non quotate a condizione che il totale investito da tali persone o gruppi di persone in una stessa impresa non superi 1.250.000 euro;
-università o centri di ricerca pubblici e privati senza scopo di lucro;
-investitori istituzionali, compresi i fondi di sviluppo regionale;
-enti pubblici locali, aventi un bilancio annuale inferiore a 10 milioni di euro e meno di 5.000 abitanti.
Qualora non sia rispettato il requisito di indipendenza al fine di determinare la dimensione aziendale è necessario sommare in proporzione o in toto il numero degli occupati e il fatturato o totale di bilancio delle imprese associate o collegate.
Imprese collegate
Sono considerate collegate le imprese fra le quali esiste una delle seguenti relazioni:
a) l’impresa in cui un’altra impresa dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria;
b) l’impresa in cui un’altra impresa dispone di voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria;
c) l’impresa su cui un’altra impresa ha il diritto, in virtu’ di un contratto o di una clausola statutaria, di esercitare un’influenza dominante, quando la legge applicabile consenta tali contratti o clausole;
d) le imprese in cui un’altra, in base ad accordi con altri soci, controlla da sola la maggioranza dei diritti di voto.
A definire i parametri di riferimento delle PMI è la Raccomandazione dell’Unione Europa n. 2003/361/CE.
La direttiva comunitaria è stata recepita dall’Italia con il Decreto Ministeriale 18 aprile 2005.
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Adeguati assetti organizzativi
Recupera la tua liquidità ottimizzando la gestione del magazzino (e degli acquisti) perchè il magazzino assorbe risorse finanziarie non solo per la sua consistenza ma anche per i costi correlati alla sua gestione.
Spesso entro in aziende che hanno problemi di liquidità e hanno un magazzino (stra)pieno.
Avere eccedenze di rimanenze comporta un immobilizzo di denaro, una serie di costi e dei dispendiosi rischi come ad esempio quelli dell’obsolescenza delle merci, del loro furto, dei rischi di distruzione e deprezzamento, tutte circostanze che hanno pesanti ripercussioni sulla liquidità aziendale e sugli utili.
L’obiettivo principale sarebbe invece quello di avere solo il giusto livello di rimanenze acquistata al giusto prezzo tecnicamente “scorta ottima minima”.
Ti voglio raccontare la storia di Fabio amministratore di una azienda commerciale della provincia di Siena. Fabio mi telefona una calda giornata di agosto e mi dice di aver quasi esaurito tutta la sua liquidità e che l’azienda sta iniziando ad avere reali problemi nel rispetto degli impegni anche di breve periodo.
Dopo un’accurata analisi effettuata con l’imprenditore e il suo reparto contabile si è constatato l'esistenza di un magazzino sproporzionato per il fatturato e per le reali esigenze dell'azienda che faceva registrare anche una lenta rotazione dello stesso. Sono poi emersi tutta una seri di errori nelle politiche di approvvigionamento attuate fino a quel momento.
Nonostante infatti una diminuzione del fatturato L'ufficio acquisti aveva continuato a rispettare il budget degli acquisti di inizio anno visto che nessuno lo aveva più modificato, aggiornato e monitorato il tutto per circa 360mila euro di liquidità congelata per merce che non si riusciva a vendere.
Per di più l’ufficio acquisti aveva anche comprato “male” perché continuava a rifornirsi dai soliti fornitori abituali che applicavano condizioni di acquisto sempre meno favorevoli rispetto al mercato e ai concorrenti tradendo il vecchio adagio che vuole che “il guadagno nelle aziende commerciali non si ha quando si vende ma quando si acquista”.
Risultavano poi finite nel dimenticatoio circa 240mila euro di merci ordinate l’anno precedente per un importante cliente coreano per un ordine che era poi saltato.
Il primo immediato intervento si è concentrato sull’aggiornare le procedure di rifornimento, il budget di acquisto, e di andare a cercare sul mercato le migliori condizioni di acquisto possibili.
Si è anche imposto il divieto di eseguire nuovi acquisti se non a fronte di ordini specifici di vendita.
Si è poi provveduto poi a buttare fuori i 600mila euro di merce dimenticata o non venduta svendendo con uno sconto del 50% che ha permesso all’azienda di recuperare un po’ di liquidità ma soprattutto ha permesso di sgombrare fisicamente il magazzino di tutta una serie di articoli fermi che perdevano di valore ogni giorno.
Si è deciso di dividere le merci in due grandi macrocategorie:
-articoli ad alta rotazione;
-articoli a bassa rotazione che vanno controllati settimanalmente.
Infine si è passati a calcolare:
-l'indice di rotazione di ogni prodotto;
-i tempi medi di approvvigionamento;
-determinare di ogni prodotto il livello minimo di scorta sotto il quale scattava l'ordine successivo al miglior prezzo di mercato.
Infine si è provveduto a dividere le merci in due grandi categorie:
-articoli ad alta rotazione
-articoli a bassa rotazione che andavano controllati settimanalmente, in quanto articoli fermi in magazzino
Tutti questi processi sono stati informatizzati ricorrendo a delle procedure software personalizzate che sono state acquistate beneficiando del credito di imposta del 50% previsto per l'acquisto di bene strumentali immateriali nuovi allegato B.
Nel giro di sei mesi – facendo tesoro degli errori passati e adottando la nuova politica di pianificazione, analisi, controllo, monitoraggio e gestione del magazzino, l'azienda ha efficientato il suo magazzino, aumentato la sua liquidità immediata e cominciato a guadagnare molto di più.
Visto che Fabio poi ci ha preso gusto a “guadagnare liquidità” dal suo importante magazzino, abbiamo preso contatti con una società fintech per trovare una soluzione che ci permetta di cartolarizzare parte del magazzino (inventory monetization), emettendo crediti trasferibili attraverso il modello della catena a blocchi (block chain) avvalendoci in buona sostanza di una nuova soluzione fintech già utilizzata soprattutto dalle imprese che producono beni come il Parmigiano Reggiano, che hanno lunghi tempi di stagionatura, oppure le Cantine di prestigiosi vini italiani.
Ma questo ve lo racconterò in una prossima puntata.
"La frase più pericolosa in assoluto è: Abbiamo sempre fatto così" - Grace Murray Hopper
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#ridurre il tempo di permanenza dei prodotti in magazzino, adottare sistemi di rotazione degli stock, monitorare la domanda dei clienti e razionalizzare i processi di acquisto.
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Francesco Cacchiarelli economista di impresa
Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989
Iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999
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