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Un'azienda va considerata un processo continuo perché coinvolge una serie di attività interconnesse che si svolgono in modo continuo nel tempo. Non è un evento isolato o un'azione singola, ma piuttosto un sistema complesso in cui diverse funzioni e processi lavorano insieme per raggiungere gli obiettivi dell'organizzazione.

Un processo continuo in ambito aziendale può riguardare diversi aspetti dell'organizzazione, come la produzione, la gestione delle operazioni, la fornitura di servizi o l'implementazione di strategie. Esso implica che le attività si susseguono in modo costante, senza pause o discontinuità significative, al fine di ottenere risultati desiderati in modo efficiente e regolare.

Ad esempio, nella produzione aziendale, un processo continuo può riferirsi a un flusso di produzione che si svolge in modo ininterrotto, come la produzione di prodotti chimici, il montaggio di componenti o la lavorazione di materiali. In queste situazioni, il processo viene progettato per funzionare in modo continuo per ottimizzare l'efficienza, minimizzare i tempi di inattività e massimizzare la produzione.

Nel contesto della gestione aziendale, un processo continuo può indicare attività che si svolgono in modo regolare e costante per garantire il funzionamento efficiente dell'azienda. Ciò può includere la gestione continua delle scorte, il monitoraggio delle performance, l'implementazione di processi di controllo di qualità o l'adattamento delle strategie di marketing in risposta ai cambiamenti del mercato.

L'approccio a un processo continuo in ottica aziendale enfatizza l'importanza della fluidità, dell'efficienza e della costanza nel perseguire gli obiettivi aziendali. Richiede l'implementazione di sistemi, procedure e processi che permettano alle attività di svolgersi in modo regolare e senza interruzioni, consentendo all'azienda di adattarsi alle sfide e alle opportunità del contesto in cui opera.

Per controllare l'efficacia di un processo continuo in azienda, è possibile adottare diverse misure e strategie. Ecco alcune pratiche che possono essere utili:

Definizione degli obiettivi: Stabilire obiettivi chiari e misurabili per il processo continuo. Questi obiettivi dovrebbero essere allineati agli obiettivi generali dell'azienda e devono essere specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e con un tempo definito (SMART).

Indicatori di performance: Identificare e monitorare gli indicatori di performance chiave (KPI) relativi al processo continuo. I KPI aiutano a misurare e valutare l'efficacia del processo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ad esempio, i KPI possono includere il tempo di ciclo del processo, la produttività, la qualità del prodotto o del servizio, i costi operativi, ecc.

Monitoraggio dei risultati: Raccogliere dati e informazioni sulle performance del processo continuo. Questo può essere fatto attraverso sistemi di monitoraggio e reportistica, che consentono di analizzare i dati in tempo reale e di avere una visione chiara delle prestazioni del processo. Il monitoraggio regolare dei risultati consente di individuare eventuali deviazioni o problemi e di prendere azioni correttive tempestive.

Analisi dei dati e del feedback: Analizzare i dati e le informazioni raccolte per identificare tendenze, modelli o anomalie nel processo continuo. Inoltre, raccogliere il feedback dei dipendenti, dei clienti o degli altri stakeholder coinvolti nel processo, poiché possono fornire informazioni preziose sull'efficacia e sulle aree di miglioramento.

Revisione e miglioramento continuo: Effettuare regolari revisioni del processo continuo per identificare aree di miglioramento e implementare azioni correttive o di ottimizzazione. Questo può includere la riduzione dei tempi di ciclo, l'eliminazione di attività non necessarie, l'automazione di processi o l'adeguamento delle risorse.

Coinvolgimento del personale: Coinvolgere il personale che opera nel processo continuo, incoraggiandolo a fornire feedback, suggerimenti e idee per migliorare l'efficacia del processo. Il coinvolgimento dei dipendenti può contribuire a identificare eventuali problemi o inefficienze e a implementare soluzioni innovative.

Formazione e sviluppo del personale: Assicurarsi che il personale coinvolto nel processo continuo abbia la formazione e le competenze necessarie per svolgere le proprie attività in modo efficace. Investire nella formazione e nello sviluppo professionale può migliorare le competenze e la consapevolezza del personale, aumentando l'efficacia del processo.

Benchmarking e best practice: Effettuare il benchmarking delle prestazioni del processo continuo rispetto ad altre aziende del settore o ad aziende che si distinguono per l'eccellenza operativa.
Automazione e tecnologia: Valutare l'opportunità di utilizzare strumenti e tecnologie per automatizzare e ottimizzare il processo continuo. L'automazione può ridurre gli errori, migliorare l'efficienza e consentire una maggiore tracciabilità e controllo. Ad esempio, l'implementazione di un sistema di gestione dei processi aziendali (Business Process Management - BPM) o l'utilizzo di software specializzati può semplificare e migliorare il flusso delle attività.

Feedback del cliente: Raccogliere il feedback dei clienti per valutare l'efficacia del processo continuo nella soddisfazione del cliente e nel raggiungimento delle loro aspettative. Ciò può essere fatto attraverso sondaggi, interviste, recensioni o altri mezzi di comunicazione. Il feedback dei clienti può fornire informazioni preziose per apportare miglioramenti e adattamenti al processo.

Revisione periodica del processo: Effettuare regolari revisioni del processo continuo per verificarne l'adeguatezza e l'efficacia nel contesto aziendale in evoluzione. L'ambiente aziendale può cambiare nel tempo, e quindi è importante adattare il processo alle nuove esigenze, alle nuove tecnologie o alle nuove opportunità che si presentano.

Coinvolgimento della direzione aziendale: Coinvolgere la direzione aziendale nell'analisi e nel controllo dell'efficacia del processo continuo. La direzione dovrebbe essere informata regolarmente sui risultati, le sfide e le opportunità legate al processo, in modo da poter prendere decisioni strategiche e fornire il supporto necessario per il suo miglioramento continuo.

Il processo continuo aziendale non può essere un manuale rigido e statico perché le aziende operano in un ambiente dinamico e in continua evoluzione. Ci sono diversi motivi per cui un manuale non è adatto a rappresentare completamente un processo continuo:

Adattabilità: Un processo continuo richiede la flessibilità di adattarsi ai cambiamenti nel contesto aziendale, come nuove tecnologie, nuove normative, nuovi trend di mercato, ecc. Un manuale rigido potrebbe non essere in grado di affrontare questi cambiamenti in modo efficace, mentre un processo continuo permette di apportare aggiustamenti e miglioramenti in base alle nuove esigenze.

Personalizzazione: Ogni azienda ha le proprie caratteristiche uniche, come la dimensione, la cultura aziendale, i clienti, i fornitori, ecc. Un manuale standard potrebbe non tener conto di queste specificità e potrebbe non essere adeguato per le esigenze specifiche dell'azienda. Un processo continuo, al contrario, può essere progettato e personalizzato per soddisfare le esigenze specifiche dell'organizzazione.

Miglioramento continuo: Il concetto di processo continuo implica un ciclo di miglioramento continuo, in cui vengono identificate opportunità di miglioramento e vengono apportate modifiche per ottimizzare le prestazioni. Un manuale statico non può supportare questo approccio dinamico al miglioramento, mentre un processo continuo offre la flessibilità necessaria per apportare regolari modifiche e ottimizzazioni.

Coinvolgimento dei dipendenti: Un processo continuo richiede il coinvolgimento attivo dei dipendenti che partecipano all'esecuzione del processo. Questo coinvolgimento può portare a suggerimenti, idee e innovazioni che contribuiscono all'efficacia e al miglioramento del processo. Un manuale potrebbe non incoraggiare o supportare adeguatamente questo coinvolgimento e la partecipazione attiva dei dipendenti.

Adattamento alle nuove tecnologie: Le aziende spesso adottano nuove tecnologie e soluzioni digitali per migliorare l'efficienza e l'efficacia dei loro processi. Un manuale potrebbe non essere in grado di riflettere queste nuove tecnologie in modo tempestivo, mentre un processo continuo può essere adattato per integrare e sfruttare al meglio le nuove soluzioni tecnologiche.

importante considerare il coinvolgimento di consulenti esterni per il controllo e l'ottimizzazione di un processo continuo aziendale. Gli esperti esterni possono fornire un'ampia gamma di vantaggi e apportare una prospettiva imparziale e oggettiva. Ecco alcuni motivi per cui può essere vantaggioso coinvolgere una consulenza esterna:

Esperienza e competenza: I consulenti esterni hanno solitamente una vasta esperienza e competenza nel settore specifico o nei processi aziendali. Portano con sé una conoscenza approfondita delle best practice e delle strategie di successo utilizzate in altre organizzazioni. Questa competenza può essere preziosa per identificare aree di miglioramento e proporre soluzioni innovative.

Prospettiva imparziale: Essendo esterni all'azienda, i consulenti possono fornire una prospettiva imparziale e obiettiva sul processo continuo. Questo li rende in grado di valutare in modo critico l'efficacia del processo, identificare eventuali lacune o problemi e suggerire soluzioni senza pregiudizi o influenze interne.

Analisi e valutazione indipendenti: I consulenti esterni possono condurre un'analisi approfondita del processo continuo, valutando i suoi aspetti chiave, identificando punti di forza e debolezza e individuando potenziali aree di miglioramento. Essi utilizzano spesso strumenti e metodologie specifiche per misurare le prestazioni e confrontare i risultati con gli standard del settore.

Conoscenza delle best practice: I consulenti esterni hanno familiarità con le best practice e i benchmark nel settore specifico. Possono condividere conoscenze e approcci che hanno dimostrato successo in altre aziende simili. Questo consente all'azienda di beneficiare dell'esperienza acquisita in altri contesti e di adottare soluzioni già collaudate.

Focus sul miglioramento continuo: I consulenti esterni sono abituati a lavorare con diverse organizzazioni e a supportare il miglioramento continuo dei processi. Collaborano con l'azienda per sviluppare e implementare strategie, misure e azioni correttive per ottimizzare il processo continuo nel tempo. La loro prospettiva e conoscenza possono accelerare il processo di miglioramento e garantire un risultato più efficace.

Risorse specializzate: I consulenti esterni possono fornire competenze specializzate o risorse aggiuntive che potrebbero non essere disponibili all'interno dell'azienda. Questo può includere l'accesso a strumenti di analisi avanzati, competenze specifiche nel campo della gestione dei processi o un team dedicato per condurre un'indagine completa.

Tuttavia, è importante scegliere consulenti esterni affidabili e competenti, che abbiano un'esperienza comprovata nel settore specifico e che si allineino alle esigenze e alla cultura dell'azienda. La collaborazione con consulenti esterni dovrebbe essere basata su una comunicazione aperta e trasparente, con l'obiettivo di creare un rapporto di fiducia reciproca e di collaborazione stretta per il successo del processo continuo.

E' importante sottolineare che il coinvolgimento di consulenti esterni non sostituisce la responsabilità interna dell'azienda nell'implementare e monitorare il processo continuo. L'azienda deve avere una solida leadership e una struttura di gestione efficace per assicurarsi che le raccomandazioni dei consulenti vengano implementate correttamente e che ci sia un monitoraggio continuo delle prestazioni. La consulenza esterna può essere uno strumento prezioso per il controllo e il miglioramento del processo continuo, ma richiede un impegno e una collaborazione attivi da parte dell'azienda stessa.

Concludendo il processo continuo rappresenta l'essenza dell'azienda in quanto fornisce la struttura e il flusso necessari per sostenere le operazioni aziendali, adattarsi ai cambiamenti, garantire la soddisfazione del cliente e raggiungere gli obiettivi aziendali. È un elemento fondamentale per la stabilità, l'efficienza e il successo a lungo termine dell'azienda stessa

"Flusso costante. Successo continuo."


Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli il 31-08-2016
 

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Davvero? I soldi non ti interessano? Allora perché ti lamenti quando il tuo stipendio non arriva in tempo? O quando il tuo capo ti nega un aumento? O quando il tuo vicino di casa sfoggia l'ennesima auto di lusso?

Suvvia, non prendiamoci in giro. Il denaro è il lubrificante che fa girare il mondo, e lo sappiamo tutti. Certo, alcuni di noi fingono di essere indifferenti al suo fascino, ma è solo una maschera. Dietro la facciata di distacco si nasconde la cruda realtà: i soldi contano, eccome se contano!

Pensiamo ai clienti: ti pagano con i soldi, non con sorrisi o pacche sulle spalle. E se non li pagano, a te cosa importa se "non ti interessano"? Ti piace forse l'idea di lavorare gratis?

E i fornitori? Credono forse alle favole? Certo che no! Se vuoi i loro prodotti, devi sborsare fior di quattrini. E se non li hai, arrivederci e grazie!

Investimenti, dividendi, stipendio...tutto gira intorno al vile denaro. E allora, per favore, smettiamola di fare gli ipocriti. Ammettiamo che i soldi ci piacciono, e anche parecchio!

Certo, non è l'unica cosa che conta nella vita. Ci sono l'amore, l'amicizia, la salute...ma diciamocelo francamente, vivere senza soldi è un'impresa ardua.

Quindi, la prossima volta che senti qualcuno dire "non mi interessano i soldi", prendilo con le pinze. Probabilmente sta solo cercando di nascondere le sue vere ambizioni, o di darsi un tono da filosofo stoico.

Noi, invece, siamo realisti. Sappiamo che il denaro è importante, e non ci vergogniamo di ammetterlo. Anzi, lo usiamo con intelligenza per costruire la nostra vita e raggiungere i nostri obiettivi.

 

 

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Comunicato stampa INPS del 16 agosto 2016
 
E’ previsto dall’articolo 29 del decreto legge 23 giugno 1995 n. 244 e dalle sue successive integrazioni, che entro il 31 luglio di ogni anno il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali confermi o ridetermini la misura dello sgravio contributivo nel settore dell’edilizia, mediante decreto assunto di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
La normativa prevede, che decorsi 30 giorni dal 31 luglio e sino all'adozione del decreto si applichi la riduzione già determinata per l'anno precedente, salvo conguaglio.
Poiché nel periodo suddetto il decreto non è intervenuto, dal 1° settembre 2016 le aziende potranno inoltrare l’istanza per accedere al beneficio nella misura fissata per il 2015, pari al 11,50%.
Il Messaggio n. 3358 del 10 agosto 2016 ricorda che hanno diritto all’agevolazione contributiva i datori di lavoro classificati nel settore industria con determinati codici statistici contributivi e ne sono escluse le attività edili che curano le opere di installazione di impianti elettrici, idraulici e altri lavori simili, contraddistinte da codici non autorizzati.
Lo sgravio fiscale è applicabile per i periodi di paga da gennaio a dicembre 2016.
Le istanze finalizzate all’applicazione della riduzione contributiva nel settore dell’edilizia relativamente all’anno 2016 devono essere inviate esclusivamente in via telematica avvalendosi del modulo “Rid-Edil”, disponibile all’interno del cassetto previdenziale aziende, nella sezione “comunicazioni on-line”, funzionalità “invio nuova comunicazione”.

Fac simile articolo che regola i rapporti di lavoro subordinato: "Ai sensi dell’art. 2112, c.c., l’affittuario subentra nei rapporti di lavoro subordinato inerente dipendenti impiegati nell’azienda affittata e specificamente: cognome e nome …, data di nascita …, residenza …, qualifica mansioni …, data di assunzione …"

Il maggiore onere implicito di un contratto di affitto di azienda - che talvolta viene trascurato nella contrattazione - è quello dei costi del personale dipendente.
Il punto di riferimento in proposito è l’articolo 2112 del codice civile per il quale il contratto di affitto di azienda non è causa di licenziamento del personale addetto che conserva tutti i diritti che ne derivano (anzianità, ecc.) , con obbligo del cessionario di applicare i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti individuali e collettivi vigenti alla data del trasferimento. L’affittuario dell’azienda succede poi in tutti i debiti verso il personale medesimo, anche se non inseriti in contabilità e anche se non immediatamente percepibili (come nel caso del debito per retribuzioni di lavoro straordinario non corrisposte). Purtroppo capita spesso che l'affittuario dell'azienda si ritrovi coinvolto in imprevedibili rivendicazioni salariali e sindacali dei lavoratori dipendenti dell'azienda.

Qualora il trasferimento riguardi un’azienda in cui siano complessivamente occupati più di quindici lavoratori è poi prevista, dall’articolo 47 della legge n. 428 del 1990, una tutela ulteriore, consistente nell’intervento delle organizzazioni sindacali a protezione della posizione dei dipendenti medesimi.

Ricapitolando i rapporti di lavoro instaurati con il concedente proseguano con l’affittuario e rimangono immutati in tutti i loro aspetti contenutistici.
In particolare:

E’ mantenuta l’anzianità di servizio maturata (ai fini, tra l’altro, degli ammortizzatori sociali) e il TFR;
E’ mantenuto il diritto alle ferie complessivamente maturate e ai permessi non fruiti;
Le mensilità aggiuntive (tredicesima, quattordicesima) vengono corrisposte per intero, compresa la quota maturata alle dipendenze del concedente;
L’affittuario può continuare a beneficiare, per il periodo residuo, di eventuali agevolazioni (es. sgravi contributivi) riconosciute al concedente in relazione a determinati lavoratori coinvolti nel trasferimento;
Il passaggio di personale derivante dal trasferimento determina, in capo all’affittuario, un ampliamento della base occupazionale, da considerare, ad esempio, ai fini del collocamento obbligatorio dei disabili.

Corresponsione del TFR nell’affitto di azienda
Con riferimento al trattamento di fine rapporto, la giurisprudenza più recente risulta orientata nel senso che l’obbligo di corresponsione gravi:
Per la quota maturata fino alla data dell’affitto d’azienda, sul concedente e sull’affittuario in solido tra di loro;
Per la quota maturata successivamente, sull’affittuario in modo esclusivo.

Prima di stipulare un contratto di affitto di azienda è quindi opportuno ottenere:

Organigramma dell’Azienda con l’indicazione delle mansioni e delle responsabilità dei dirigenti/dipendenti.
Elenco dei soggetti che possono impegnare l’Azienda verso terzi e dei relativi poteri conferiti
Elenco del personale dipendente e copia delle relative lettere di assunzione
Copia del contratto di lavoro dei dirigenti e dei dipendenti
Indicazione dei contratti collettivi nazionali applicati e copia degli eventuali accordi aziendali applicati
Documentazione relativa a bonus, incentivi, fringe-benefits o altre forme di retribuzione
Documentazione relativa ad eventuali piani pensionistici, fondi di previdenza integrativa, piani di compartecipazione o altri benefici previsti a favore del personale dipendente
Documentazione relativa agli adempimenti previsti dalla legislazione in materia di sicurezza sul lavoro e il documento di valutazione dei rischi
Copia delle transazioni intervenute con il personale dipendente
Dettaglio dei debiti verso gli istituti previdenziali riferibili all’azienda. Pagamento dei contributi INPS, dettaglio delle pendenze verso INPS se vi fossero.
I dettagli di eventuali piani di ristrutturazione / cassa integrazione ordinaria/straordinaria effettuati in passato
Fondo TFR: Dettaglio del fondo in essere al 31/12 riferibile all’azienda

 
 

Comunicato stampa Unioncamere del 12 luglio 2016
 
Positivo l’avvio del 2016 per il settore agroalimentare sulla scia della ripresa evidenziata a partire dal 2015. È quanto emerge dal rapporto AgrOsserva relativo al I trimestre 2016, pur nello scenario di incertezze legato alla frenata dell’economia mondiale dovuta alla crisi di alcune grandi economie emergenti. Più nel dettaglio il settore agroalimentare italiano – nell’insieme di agricoltura e agroindustria - chiude il 2015 con una crescita più robusta di quella registrata dall’economia nazionale, considerata nel suo complesso: il valore aggiunto del settore registra una crescita del 4,2% a valori correnti e del 2,3% in volume.
Per quanto riguarda l’agricoltura, crescono sia il valore della produzione che l’occupazione; quest’ultima segna un tasso incrementale annuo del +3,8%, a fronte di un dato medio nazionale dello 0,8%. Nei primi tre mesi dell’anno in corso tale dinamica positiva risulta ulteriormente rafforzata: il numero degli occupati nelle campagne cresce infatti del 5,8% su base annua, con un contributo particolarmente significativo degli under 35 (+13,8% rispetto ai primi tre mesi del 2015
).

La dinamicità del settore agroalimentare nazionale si deve, invece, ancora principalmente alla tonicità della domanda estera: dopo il +7,4% messo a segno dal food&beverage Made in Italy sui mercati esteri nel 2015, l’export del settore registra un ulteriore +1,8% nel primo trimestre 2016, favorito dalla stabilità del tasso di cambio dell’euro e dalle condizioni economiche dei Paesi dell’Area Euro. Nell’area della moneta unica, infatti, nei primi tre mesi del 2016, si è osservata una crescita del PIL (+1,5% su base tendenziale), per l’effetto combinato del rafforzamento della domanda interna, della produzione industriale, della crescita dell’occupazione e anche dell’aumento del reddito disponibile delle famiglie.

Il bilancio deve essere depositato a cura degli amministratori presso il competente Registro Imprese, entro 30 giorni dalla data del verbale di assemblea che ha provveduto alla sua approvazione.
Se il termine cade di sabato o di giorno festivo, la presentazione del bilancio è considerata tempestiva se effettuata il primo giorno lavorativo successivo (art. 3 DPR 558/99). I bilanci approvati entro il 30 aprile vanno quindi depositati entro il 30 maggio e quelli approvati il 30 giugno il termine di deposito scade il 29 luglio.

Comunicato stampa Agenzia delle Entrate del 19 luglio 2016
 
Il credito d’imposta apre ai contratti di somministrazione lavoro
Credito di imposta per Ricerca e Sviluppo, via libera alle spese sostenute per i contratti di somministrazione di lavoro relativi a personale altamente qualificato. Con la risoluzione n. 55/E di oggi, infatti, l’Agenzia delle Entrate chiarisce che queste spese rientrano tra quelle che danno diritto all’agevolazione introdotta dal Dl n. 145/2013, in quanto sostanzialmente equiparate a quelle per il personale dipendente.
La natura dell’agevolazione – A tutte le imprese che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo, è riconosciuto un credito d’imposta pari al 25 per cento delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media dei medesimi investimenti realizzati nei tre periodi d’imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2015. Le spese devono essere sostenute a partire dall’anno d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2019. La misura dell’agevolazione è del 50 per cento per le spese relative al personale altamente qualificato e per quelle relative a contratti di ricerca c.d. “extra muros” (contratti con Università, enti di ricerca e altre imprese, comprese le start-up innovative).
Il contratto di somministrazione - La disciplina del contratto di somministrazione, contenuta nel Dlgs n. 81/2015, prevede che per tutta la durata del rapporto contrattuale i lavoratori svolgano la loro attività alle dipendenze dell’agenzia di somministrazione, ma nell’interesse e sotto la direzione ed il controllo dell’impresa utilizzatrice. Le Entrate specificano che, da un punto di vista sostanziale, il “rapporto di lavoro” instaurato tra l’utilizzatore e il lavoratore ha caratteristiche analoghe a quello che si instaura tra datore di lavoro e lavoratore. Di conseguenza i costi sostenuti dal datore di lavoro, ad eccezione delle spese relative al contratto commerciale stipulato con il somministratore, rientrano tra quelli per personale altamente qualificato ammessi al beneficio.

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