Il contratto di lease back permette alle aziende di godere di un bene di cui erano già proprietarie favorendo la liquidità attraverso la locazione finanziaria di ritorno.
All'inizio dell'anno sono stato chiamato da Marisa, l'intraprendente amministratrice di una srl che produce pasticceria surgelata nella provincia di Arezzo.
Marisa mi dice: "la mia azienda ha acquisito un'importante commessa di circa un milione di euro da un cliente francese. Ciò comporta l'acquisto di una nuova linea di produzione del costo di 400mila euro che non abbiamo e che la Banca non vuole darci".
L'indomani sono seduto nel suo ufficio in compagnia anche di Marcella la fidata responsabile dell'ufficio contabile. Cominciamo insieme a leggere gli ultimi bilanci della società che fotografano una repentina crescita del fatturato negli ultimi anni con positivi risultanti anche se probabilmente complice la veloce crescita e qualche insoluto di troppo, l'azienda si trova sistematicamente con i conti correnti in rosso. Questa "crisi di liquidità" viene confermata anche dalla lettura della Centrale Rischi degli ultimi 36 mesi dell'azienda.
Scorrendo i dati di bilancio noto che tra le immobilizzazione materiali risulta iscritto il capannone dove ci troviamo. Il costo storico dell'immobile è pari a 1.200mila euro, il fondo ammortamento risulta pari ad euro 180mila. Tra i debiti trovo poi registrato il residuo finanziamento di 288mila euro che prevede una rata mensile di rimborso di euro 12mila.
A questo punto chiedo a Marisa se sarebbe disposta a vendere l'immobile a una società di leasing che ci pagherebbe sull'unghia il prezzo di vendita concordato. Poi l'azienda prenderebbe lo stesso capannone in leasing, dietro il pagamento di un canone periodico pattuito e con l'obbligo da parte nostra di riscattare il bene alla scadenza del contratto.
Spiego che in questo modo l'azienda continuerebbe a beneficare del capannone, incasserebbe un bel po' di soldi, non dovrebbe chiedere un prestito in banca, non aumenterebbe l'indebitamento verso il Sistema, fruirebbe di una maggiore detrazione fiscale che porterebbe a minor tasse da pagare e migliorerebbe anche gli indici di bilancio.
A questo punto Marisa mi guarda fisso negli occhi e mi chiede: " Ma è legale ? Possiamo veramente incamerare liquidità senza perdere il possesso del bene e ottenere anche risparmi fiscali ?"
Soppesando le parole - dopo aver spiegato che non esiste una situazione di credito e debito tra la società di leasing e l'impresa venditrice del bene; che l'azienda di Marisa non ha difficoltà economiche e che il "congruo" valore di vendita del capannone sarà determinato come differenza tra il valore di acquisto (1.200mila) e il totale ammortizzato (180mila) - sentenzio dicendo che: "Si è legale e si può fare. Noi stipuleremo un contratto di lease back !".
Dopo due mesi alla società di Marisa vengono bonificati sul conto corrente 1.020.000 euro per la vendita del capannone.
L'azienda quello stesso giorno ha stipulato un contratto di "Sale and Lease Back" della durata di 120 mesi, con il versamento di un anticipo di 306mila euro e che prevede il pagamento, e la detrazione, di un canone mensile di euro 6.800 più IVA.
Il conto corrente dell'azienda ha registrato le seguenti operazioni:
Incasso vendita capannone euro 1.020.000
Estinzione anticipata finanziamento euro 288.000
Pagamento Maxi rata iniziale euro 306.000
Saldo finanziario attivo dell'operazione euro 426.000
Per 24 mesi l'azienda ha poi sostituito la rata mensile di rimborso del prestito pari ad euro 12.000, con una rata di leasing - interamente deducibile dalle imposte - di euro 6.800
con un minor esborso finanziario per 24 mesi pari ad euro 122.880,00.
Dopo tre mesi Marisa e Marcella con uno splendido sorriso mi comunicato che la società ha iniziato ad incassare i primi acconti della nuova fornitura di merce, che tutti i conti correnti sono attivi e che si prospetta un anno davvero fantastico.
Ovviamente il loro anno sarà ancora più fantastico quando le dirò che la nuova linea di produzione 4.0 ha maturato un credito di imposta di oltre 100.000 euro da utilizzare in compensazione nei modelli F24 e che possiamo fare anche un contratto di lease back per il marchio registrato, ma questa è un'altra storia.
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Francesco Cacchiarelli economista di impresa
Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989
Iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999
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Verifica adeguati assetti PMI obbligo di formalizzazione.
Relazione adeguati assetti relazione semestrale ex art. 2381 C.C.
- art. 2381, terzo comma, c.c.: “Il consiglio di amministrazione determina il contenuto, i limiti e le eventuali modalità di esercizio della delega; può sempre impartire direttive agli organi delegati e avocare a sé operazioni rientranti nella delega. Sulla base delle informazioni ricevute valuta l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della società; quando elaborati, esamina i piani strategici, industriali e finanziari della società; valuta, sulla base della relazione degli organi delegati, il generale andamento della gestione”;
- art. 2381, quinto comma, c.c.: “Gli organi delegati curano che l’assetto organizzativo, amministrativo e contabile sia adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa e riferiscono al consiglio di amministrazione e al collegio sindacale, con la periodicità fissata dallo statuto e in ogni caso almeno ogni sei mesi, sul generale andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione nonché sulle operazioni di maggior rilievo, per le loro dimensioni o caratteristiche, effettuate dalla società e dalle sue controllate”.
Per le società di capitali occorrerebbe far fare un Verbale del Consiglio di Amministrazione con punto all’ordine del giorno tipo: "Relazione dell’Amministratore delegato (o degli Amministratori delegati) ai sensi dell’art. 2381, c. 5 del codice civile sul generale andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione nonché sulle operazioni di maggior rilievo, per le loro dimensioni o caratteristiche, effettuate dalla società e dalle sue controllate, anche ai sensi dell’art. 2086 del codice civile, in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell'impresa e della perdita della continuità aziendale".
Perché è importante verificare gli adeguati assetti societari
La verifica degli adeguati assetti societari è un obbligo previsto dalle leggi italiane per le PMI. Tale obbligo è finalizzato a garantire una gestione corretta e sostenibile dell'impresa, evitando situazioni di crisi e di fallimento. Inoltre, la verifica degli adeguati assetti societari consente di individuare eventuali criticità e di porvi rimedio tempestivamente, migliorando la gestione dell'impresa e aumentando la sua competitività sul mercato.
La dichiarazione di adeguatezza
La dichiarazione di adeguatezza è il documento attraverso il quale l'organo amministrativo dell'impresa attesta di aver verificato gli adeguati assetti societari e di aver adottato le misure necessarie per garantire una gestione corretta e sostenibile dell'impresa. La dichiarazione di adeguatezza deve essere inserita anche nel bilancio d'esercizio e deve essere redatta in modo chiaro e completo.
Il falso in bilancio
Il falso in bilancio è un reato previsto dal codice penale italiano (art. 2621 c.p.) che consiste nell'inserimento di informazioni false o incomplete nel bilancio d'esercizio. Il falso in bilancio è considerato un reato grave e può comportare sanzioni penali e amministrative. Pertanto, è importante che la dichiarazione di adeguatezza sia redatta in modo corretto e completo, evitando di inserire informazioni false o incomplete.
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Francesco Cacchiarelli economista di impresa
Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989
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Tribunale di Cagliari sentenza n. 188/2021. I giudici cagliaritani sono entrati nel merito delle specifiche carenze riscontrate dall’ispettore - nominato dal Tribunale per procedere all’ispezione dell'amministrazione – fornendo di conseguenza importanti e concreti spunti operativi per la predisposizione di adeguati assetti.
In relazione all’assetto organizzativo sono state riscontrate le seguenti inadeguatezze:
-organigramma non aggiornato e difetta dei suoi elementi essenziali;
-assenza di un mansionario;
-inadeguata progettazione della struttura organizzativa e polarizzazione in capo a una o poche risorse umane di informazioni vitali per l’ordinaria gestione dell’impresa (ufficio amministrativo);
-assenza di un sistema di gestione e monitoraggio dei principali rischi aziendali.
Per quanto riguarda l’assetto amministrativo le carenze evidenziate sono:
-mancata redazione di un budget di tesoreria;
-mancata redazione di strumenti di natura previsionale;
-mancata redazione di una situazione finanziaria giornaliera;
-assenza di strumenti di reporting;
-mancata redazione di un piano industriale.
In ultimo, per quanto concerne l’assetto contabile, sono stare rilevate le seguenti carenze:
-la contabilità generale non consente di rispettare i termini per la formazione del progetto di bilancio e per garantire l’informativa ai sindaci;
-assenza di una procedura formalizzata di gestione e monitoraggio dei crediti da incassare;
-analisi di bilancio unicamente finalizzata alla redazione della relazione sulla gestione;
-mancata redazione del rendiconto finanziario.
I giudici di merito hanno poi rimarcato la rilevanza degli assetti aziendali sottolineando come la violazione dell’obbligo di predisporre adeguati assetti “è più grave quando la società non si trova in crisi” perché in tale momento essa dispone di “risorse anche economiche per predisporre con efficacia le misure organizzative, contabili e amministrative”.
Una gestione efficiente della liquidità aziendale è essenziale per garantire la stabilità finanziaria e promuovere la crescita dell'impresa. Uno degli aspetti cruciali da considerare è il DSO (Days Sales Outstanding), che rappresenta il tempo medio necessario per incassare i crediti aziendali. Un DSO elevato può avere un impatto negativo sulla liquidità e sulla capacità dell'azienda di finanziare le proprie operazioni.
Alcune strategie efficaci per ottimizzare il tuo DSO e migliorare la liquidità aziendale possono essere:
Analisi accurata del credito:
Prima di fornire prodotti o servizi a un cliente, è fondamentale condurre un'analisi approfondita della sua solvibilità creditizia. Valuta la storia di pagamenti passati, richiedi referenze commerciali e utilizza agenzie di valutazione del credito per ottenere informazioni affidabili sulla solvibilità del cliente. Una selezione accurata dei clienti può ridurre il rischio di ritardi nei pagamenti.
Politiche di pagamento chiare e trasparenti:
Stabilisci politiche di pagamento chiare e trasparenti sin dall'inizio della relazione commerciale. Comunica in modo inequivocabile i termini di pagamento, compresi i tempi di incasso e le penalità per i pagamenti ritardati. Assicurati che i tuoi clienti siano ben informati su queste politiche e fai rispettare rigorosamente le scadenze.
Incentivi per i pagamenti anticipati:
Offri sconti o altri incentivi ai clienti che pagano in anticipo. Questo può motivarli a effettuare pagamenti tempestivi e contribuire a ridurre il tuo DSO. Ad esempio, puoi considerare l'applicazione di uno sconto percentuale sul totale dell'importo dovuto per i pagamenti ricevuti entro una determinata data.
Automatizzazione del processo di fatturazione:
Implementa sistemi di fatturazione automatizzati per ridurre i tempi di emissione delle fatture e ridurre gli errori. Utilizza software di gestione finanziaria che consentano di inviare le fatture in modo rapido ed efficiente, evitando ritardi causati da procedure manuali.
Monitoraggio costante e solleciti dei pagamenti:
Mantieni un monitoraggio costante dei pagamenti in scadenza e invia solleciti tempestivi ai clienti che non rispettano le scadenze. Un sistema automatizzato di monitoraggio dei pagamenti può aiutarti ad identificare prontamente i pagamenti in ritardo e ad agire prontamente per recuperare i fondi dovuti.
Collaborazione con agenzie di recupero crediti:
Se nonostante i solleciti i pagamenti rimangono in sospeso, considera la collaborazione con agenzie di recupero crediti professioniste. Queste agenzie hanno le competenze e le risorse per gestire il recupero dei crediti in modo efficace, riducendo i tempi di incasso e migliorando il tuo DSO complessivo.
Miglioramento delle relazioni con i clienti:
Una comunicazione chiara e aperta con i clienti può facilitare il processo di pagamento. Mantieni relazioni positive e costruttive con i tuoi clienti, offrendo un servizio di qualità e rispondendo prontamente alle loro richieste. Una buona relazione può incoraggiare i clienti a rispettare le scadenze di pagamento.
Ottimizzare il tuo DSO è fondamentale per migliorare la liquidità aziendale e garantire una gestione finanziaria solida. Adottando strategie come l'analisi accurata del credito, l'implementazione di politiche di pagamento chiare, l'offerta di incentivi per i pagamenti anticipati e l'automatizzazione del processo di fatturazione, puoi ridurre i tempi di incasso e aumentare la liquidità aziendale. Inoltre, il monitoraggio costante dei pagamenti, la collaborazione con agenzie di recupero crediti e il mantenimento di relazioni positive con i clienti contribuiranno a mantenere un DSO ottimale nel tempo. Ricorda che ogni azienda è unica, quindi adatta queste strategie alle specifiche esigenze e caratteristiche del tuo business per ottenere i migliori risultati finanziari possibili.
"Sblocca la liquidità aziendale, ottimizza il DSO e guida il tuo successo finanziario!"
Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli 27/01/2021
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Obbligo di comunicazione del titolare effettivo al Registro delle Imprese.
Le aziende dotate di personalità giuridica (srl, cooperative, spa e sapa), e le persone giuridiche private (associazioni riconosciute e fondazioni) tenute all’iscrizione nel Registro delle Imprese, inclusi i Trust,
devono comunicare alla Camera di Commercio, entro 60 giorni dall'emanazione di un decreto dirigenziale del Mise, le informazioni relative ai titolari effettivi in via telematica, in esenzione da imposta di bollo, da inserirsi in una apposita sezione del Registro delle Imprese (art. 21 c. 1 D. Lgs, n. 231/2007).
Leggi tutto: Titolari effettivi la comunicazione al Registro...
Il Decreto Crisi Ucraina (D.L. 21/2022) ha riconosciuto per l'anno 2022, alle aziende private la possibilità di assegnare con un atto di liberalità ai propri dipendenti un incentivo sotto forma di buoni benzina o analoghi titoli per un ammontare massimo di 200 euro.
L’erogazione dei buoni potrà avvenire, da parte dei datori di lavoro privato, esclusivamente su base volontaria. La scelta dei lavoratori ai quali erogare il beneficio può essere effettuata anche ad personam e senza necessità di un preventivo accordi contrattuale.
La distribuzione dei voucher, da parte del datore di lavoro, dovrà essere effettuata entro e non oltre il 12 gennaio 2023, in applicazione del principio di cassa allargato.
I buoni benzina non vengono erogati in busta paga, ma sotto forma di ticket cartacei o elettronici che riportano il valore nominale del buono da spendere presso i distributori per il rifornimento di carburante
Non esiste alcun obbligo, ma le aziende che decidono di erogare questo contributo lo deducono interamente dal reddito su cui pagano le imposte.
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Ristoranti e pizzerie modalità di svolgimento dell'attività di controllo. L’Agenzia delle Entrate ha predisposto una serie di prontuari che tracciano una serie di percorsi di indagine diversificati per attività economica al fine di uniformare comportamenti degli uffici e per aumentare la proficuità dei risultati delle indagini.
Oggi esaminiamo il prontuario previsto per la categoria economica dei ristoranti codici attività Atecofin 2004 55.30.A e codice Atecofin 2007 56.10.11 e 56.10.12.
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Francesco Cacchiarelli, economista di impresa, iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989, iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999, consulente strategico aziendale, valutazione delle performance aziendali, consulenza tesoreria aziendale, consulenza aziendale strategica,
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L'industria odontotecnica è un settore in cui la concorrenza è sempre più accesa e gli standard di qualità richiesti dai pazienti sono sempre più elevati.
Il controllo di gestione rappresenta un insieme di processi e strumenti che permettono di monitorare e gestire l'attività economica dell'impresa odontotecnica. In un settore altamente competitivo come quello odontotecnico, è fondamentale avere una gestione efficiente e basata su dati concreti per poter mantenere la propria posizione sul mercato e creare valore per i propri clienti.
Il controllo di gestione permette di raccogliere informazioni sulle attività dell'impresa, analizzare i dati raccolti e fornire una visione chiara e completa della situazione economica dell'azienda. Questo processo è utile per individuare eventuali criticità e prendere decisioni mirate, con l'obiettivo di ottimizzare i processi produttivi e migliorare la redditività dell'impresa.
Uno degli strumenti principali utilizzati nel controllo di gestione è la pianificazione economica, che prevede la definizione di obiettivi e la stesura di un budget che permette di monitorare i costi e le entrate dell'impresa. La pianificazione economica è fondamentale per poter individuare i margini di miglioramento e prendere decisioni mirate in tempo reale.
Un altro strumento utilizzato nel controllo di gestione è la reportistica economica, che prevede la creazione di report periodici sulla situazione economica dell'impresa. Questi report forniscono informazioni utili sulla situazione finanziaria dell'azienda, la produttività dei dipendenti e l'andamento delle vendite.
Il controllo dei costi passa anche attraverso la valutazione degli acquisti. E' importante valutare le offerte del mercato e scegliere i fornitori che offrono il miglior rapporto qualità-prezzo. Inoltre, è importante monitorare le quantità di materiale acquistato e utilizzato, in modo da evitare sprechi.
Il reporting finanziario è un altro strumento importante del controllo di gestione. Esso consente alle aziende di monitorare i risultati finanziari e di identificare eventuali variazioni rispetto al budget. Il reporting finanziario deve essere preciso e tempestivo per permettere alla direzione di prendere decisioni informate.
Infine, è importante coinvolgere il personale nello sviluppo del controllo di gestione. Il personale deve essere formato e informato sugli obiettivi e sulle strategie dell'azienda, in modo da poter contribuire al successo dello studio.
La cultura aziendale deve essere basata sulla trasparenza e sulla partecipazione attiva dei dipendenti. Solo così lo studio potrà raggiungere gli obiettivi prefissati e distinguersi nel mercato.
Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli 04/09/2017
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Prorogati i termini previsti per regolarizzare, senza addebito di sanzioni e interessi, gli indebiti utilizzi in compensazione del credito d’imposta previsto per investimenti in attività di Ricerca e sviluppo.
E' slittato al 31 ottobre 2023 il termine di adesione alla procedura di riversamento; dal 16 dicembre 2022 al 16 dicembre 2023, il termine per il versamento dell’unica rata o, in caso di rateazione, della prima rata; dal 16 dicembre 2023 al 16 dicembre 2024, il termine per il versamento della seconda rata; dal 16 dicembre 2024 al 16 dicembre 2025, il termine per il versamento della terza rata.
L'articolo 5, commi da 7 a 12 del DL n. 146/2021 ha introdotto la disciplina che consente di regolarizzare gli indebiti utilizzi in compensazione del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo maturato nei periodi di imposta a decorrere dal 2015 e fino al 2019, senza irrogazione di sanzioni e applicazione di interessi. Con la regolarizzazione sarà esclusa anche la punibilità per il reato di indebita compensazione (articolo 10-quater del Dlgs 74/2000) che si configura quando il contribuente non versa l'imposta dovuta operando una compensazione con crediti d'imposta inesistenti o non spettanti per un importo superiore a 50mila euro annui e per il quale non sussiste la necessità di acquisire nel procedimento penale il parere del Ministero dello Sviluppo Economico che confermi l'inesistenza dei crediti di ricerca e sviluppo utilizzati in compensazione.
La regolarizzazione concerne i bonus indebitamente fruiti a causa:
-di attività non classificabili come ricerca e sviluppo nell’accezione rilevante ai fini della disciplina agevolativa;
-di attività non ammissibili al credito d’imposta;
-di spese, pur afferenti ad attività ammissibili, determinate in violazione principi di pertinenza e congruità;
-dell’erronea determinazione della media storica di riferimento.
Istanza: modalità di presentazione e tempistiche
L’istanza va presentata, in modalità telematica, direttamente o tramite intermediari abilitati, utilizzando il prodotto informatico denominato “Richiesta di accesso alla procedura di riversamento del credito di imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo” reso disponibile gratuitamente dall’Agenzia delle Entrate nel proprio sito istituzionale.
Il termine per presentare l’istanza di adesione alla sanatoria è stato posticipato al 31 ottobre 2023 (nuovo termine).
Non è possibile ricorrere alla procedura di riversamento spontaneo per i crediti il cui indebito utilizzo è già stato accertato con un atto di recupero o un altro provvedimento impositivo divenuto definitivo alla data del 21 ottobre 2021.
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